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Archibiofoam: rivoluzionare l’edilizia con biomateriali espansi (bio-foam)

Il progetto Archibiofoam, guidato dall’Università di Aalto in Finlandia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Stoccarda, ha ottenuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro dall’European Innovation Council (EIC) nell’ambito del bando europeo Pathfinder Challenges 2023. Questo ambizioso progetto mira a sviluppare un biomateriale espanso portante (bio-foam), capace di cambiare forma e reagire alle condizioni ambientali, per applicazioni nell’edilizia sostenibile.

Bio-foam: il futuro delle costruzioni sostenibili

Archibiofoam si propone di rivoluzionare il settore delle costruzioni, responsabile di circa il 40% delle emissioni globali annuali, attraverso l’uso di biomateriali derivati dalla cellulosa di legno estruso. Questi materiali, noti come bio-foam, potrebbero sostituire il cemento e l’acciaio, offrendo un’alternativa ecologica con una resistenza comparabile, pur essendo biodegradabili e aderenti ai principi dell’economia circolare. Nei prossimi tre anni, il progetto si concentrerà sulla stampa di materiali costruttivi in bio-foam per realizzare facciate esterne di edifici con capacità di ventilazione passiva.

L’Università di Milano: innovazione e sostenibilità

Il Centro per la complessità e i biosistemi dell’Università degli Studi di Milano, rappresentato dal professor Stefano Zapperi, avrà un ruolo cruciale nello sviluppo del software necessario per ottimizzare i parametri di progettazione del bio-foam. Questo permetterà di massimizzare la reattività del materiale a stimoli esterni come calore e umidità, contribuendo alla creazione di edifici intelligenti e sostenibili.

Un approccio multidisciplinare e innovativo

Il team dell’Università di Stoccarda, sotto la guida della dottoressa Tiffany Cheng, si occuperà della fabbricazione additiva robotica utilizzando una stampante 4D avanzata (nella foto). Questo approccio consentirà di strutturare il bio-foam con alta precisione, sbloccando il suo potenziale per applicazioni su larga scala e migliorando l’efficienza energetica degli edifici attraverso la ventilazione adattiva.

Woamy: il partner industriale

Woamy, spin-off dell’Università di Aalto, sarà il partner industriale del progetto, con l’obiettivo di portare il bio-foam sul mercato. La CEO Susanna Partanen ha sottolineato come questa collaborazione rappresenti un passo fondamentale per dimostrare l’applicabilità del bio-foam non solo nell’industria degli imballaggi, ma anche in quella delle costruzioni.

Il progetto Archibiofoam non solo punta a ridurre drasticamente l’impronta di carbonio del settore edilizio, ma rappresenta anche un passo avanti verso un futuro in cui l’edilizia sarà in grado di rispondere dinamicamente alle condizioni ambientali, offrendo soluzioni sostenibili e innovative.