Non si può dire che sia stata una sorpresa. All’asta che ieri a Bologna avrebbe dovuto assegnare la proprietà di ciò che resta di Bio-on dopo il fallimento non si è presentato nessuno. Asta deserta, quindi: un po’ perché alla prima convocazione “si fa così”, un po’ perché la cifra richiesta (quasi 95 milioni) è sembrata da subito troppo alta. Nelle settimane scorse erano circolate voci sull’interesse all’acquisizione degli asset della società di bioplastiche da parte di alcune aziende italiane ed estere. Segno che qualcosa si muove, ma non abbastanza.
Adesso i curatori fallimentari dovranno organizzare una seconda asta, su basi diverse: una cifra più bassa o uno spezzatino delle diverse parti oggetto della vendita e cioè attrezzature, marchi, brevetti. Intanto, per i vertici di Bio-on la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali.
A pesare anche un altro elemento. La politica regionale emiliana, con qualche sostegno anche a livello centrale, ha scorto in Bio-on la possibilità di riconvertire lo stabilimento di bioplastiche in una fabbrica di vaccini anti-Covid. Ammesso e non concesso che sia tecnicamente fattibile convertire i bioreattori per bioplastiche alla nuova produzione, l’intervento pubblico non contribuisce a rassicurare possibili investitori che si ritroverebbero privati di una parte consistente degli impianti e con in più la coabitazione con lo stato in azienda.
Alla fine, comunque la si pensi, una vicenda tutt’altro che chiara proprio dal punto di vista che più ci preme, quello industriale. Con gli aspetti giudiziari in primo piano durante questi mesi, a restare sullo sfondo è la realtà industriale di Bio-on, i cui contorni restano avvolti nell’indefinitezza. La produzione di bioplastiche è stata solo un’invenzione di manager senza scrupoli oppure è stata un’illecita speculazione finanziaria a “gonfiare” un’azienda che aveva tutte le premesse per affermarsi?
A questo dovranno pensarci i magistrati, nei tre gradi di giudizio, ma siamo convinti che di Bio-on sentiremo parlare ancora per tanto tempo.
a cura di Paolo Spinelli
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