Il Governo sta valutando la possibilità che lo stabilimento Bio-on, l’azienda di bioplastiche fallita nel 2019 che andrà all’asta il prossimo 5 maggio, venga utilizzato per produrre vaccini anti-Covid.
La viceministra al Ministero dello Sviluppo Economico Alessandra Todde ha così risposto a una interrogazione di Gianluca Benamati, capogruppo del Pd in commissione Attività produttive della Camera: «il Governo è al lavoro in tale settore, e sta altresì verificando la possibilità di agevolare la riconversione di bioreattori esistenti o l’acquisto di nuovi, assieme alle aziende che hanno manifestato la loro disponibilità al progetto di produzione dei vaccini in Italia».
La Bio-On, ha proseguito Todde: «rappresenta uno dei siti industriali che potrà essere valutato, come molti altri, nell’ottica della realizzazione di un polo specializzato».
Secondo Benamati, i cinque bioreattori di fermentazione farmaceutica e chimica, da riconvertire e da riattivare, installati presso lo stabilimento Bio-on di Castel San Pietro (BO), sono adatti alla produzione di vaccini anti-Covid.
Sulla stessa linea il presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini: «Abbiamo già fatto presente al Governo l’esistenza di questo patrimonio. Qui può nascere un distretto produttivo di sieri anti-Covid all’avanguardia, al servizio del Paese. E la regione è pronta a fare la sua parte».
Attualmente, nello stabilimento Bio-on sono presenti circa trenta dipendenti; i curatori fallimentari hanno garantito la manutenzione degli impianti. La vendita all’asta dell’azienda di bioplastiche, che comprende la struttura produttiva, i brevetti e altri asset, partirà da una base di 95 milioni di euro. Intanto sono terminate le indagini della Procura di Bologna: si attende il rinvio a giudizio degli ex vertici della società e la convocazione del processo.
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