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Bio-On: un libro riapre il caso della società di biopolimeri

Sulla complessa vicenda della società di bioplastiche Bio-On è stato recentemente pubblicato il libro “L’Unicorno Avvelenato” di Massimo Degli Esposti e Andrea Franchini (Edizioni Artestampa).

Il volume vuole dare una chiave di lettura alle domande emerse da quando Bio-On è stata dichiarata fallita, soffermandosi – è la tesi degli autori – su chi aveva interesse ad affossare la produzione di biopolimeri e a provocare il crollo della società bolognese.

La storia di Bio-On inizia con la scoperta del PHA, materiale plastico derivato dalla fermentazione di scarti vegetali zuccherini ad opera di batteri, biodegradabile al 100%. I fondatori dell’azienda hanno visto in questa scoperta una possibilità concreta di trovare un’alternativa alla plastica tradizionale derivata dal petrolio.

L’azienda ha rapidamente attirato l’attenzione degli investitori e nel 2014 è diventata il secondo “Unicorno” italiano, con una valutazione di mercato di 1,3 miliardi di dollari. Fino a quando, nel luglio 2019, un fondo speculativo americano accusava Bio-On di essere un “bluff” simile a Parmalat, scatenando il panico tra gli investitori e provocando un crollo del titolo in Borsa.

A ciò è seguita l’apertura di un’indagine della Procura e le accuse di reati finanziari ai fondatori. Recentemente, il tribunale ha annullato la sanzione inflitta dalla Consob per manipolazione del mercato al presidente del consiglio sindacale.

Il processo è ancora in corso e Bio-On è stata rilevata da uno storico gruppo italiano nel settore delle plastiche che intende riattivare la produzione di PHA.