Borealis investe 4,5 milioni di euro per potenziare i forni del cracker della propria unità di olefine a Porvoo, in Finlandia. Questa decisione fa parte del programma Borealis per una economia circolare e sostenibile entro il 2030.
L’unità di olefine a Porvoo, situata in un complesso petrolchimico altamente integrato, è destinata a beneficiare dell’investimento annunciato. Lo steam cracker di Porvoo svolge un ruolo cruciale nella produzione di prodotti chimici di base come etilene e propilene, essenziali per numerose applicazioni industriali.
L’obiettivo dell’investimento è quello di aumentare la quota di materie prime rinnovabili e riciclate utilizzate nel processo produttivo, contribuendo così alla riduzione dell’impronta ambientale complessiva dell’unità. Questo investimento sostiene la Strategia 2030 di Borealis e si allinea con i principi dell’economia circolare, puntando alla riduzione degli impatti ambientali e al miglioramento della sostenibilità.
Il programma di investimenti è già stato avviato e si prevede che sia completato entro il 2025. Con la modifica di tre dei dieci forni del cracker dell’unità olefine, si prevede di aumentare la produzione annua totale di prodotti chimici di base basati su materie prime rinnovabili e riciclate fino a 120 chilotoni.
I prodotti chimici di base a base rinnovabile e riciclata prodotti nello stabilimento Borealis di Porvoo hanno ottenuto la Certificazione Internazionale di Sostenibilità e Carbonio (ISCC PLUS), che attesta il rispetto dei più elevati standard ambientali.
Wolfram Krenn, vicepresidente esecutivo di Borealis per le operazioni e i prodotti chimici di base, ha commentato: “Con l’obiettivo di reinventare l’essenziale per una vita sostenibile, il nostro investimento di 4,5 milioni di euro nel nostro steam cracker di Porvoo ci avvicina a un futuro di trasformazione dell’economia circolare. Grazie a modifiche strategiche del forno e all’impegno verso prodotti chimici di base rinnovabili e riciclati chimicamente, siamo pronti ad aumentare la produzione annuale a 120 chilotoni, tracciando un percorso di gestione ambientale e di resilienza economica.”
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