La cancellazione della fiera Plast 2021 di Milano e il suo rinvio a data da definire. Quali le conseguenze per l’industria italiana delle materie plastiche?
Cancellata o, meglio, rinviata a data da definire. In ogni caso la fiera Plast di Milano, che avrebbe dovuto svolgersi dal 22 al 25 giugno non si terrà nel 2021. Troppi rischi, spiegano gli organizzatori. Una scelta dettata dalla prudenza che si può non condividere, ma di cui dobbiamo rispettare il senso di responsabilità.
Ma veniamo alla domanda del titolo, che è quella che tutti in questi giorni si stanno facendo: cosa succede adesso per l’industria italiana delle materie plastiche?
Come prima considerazione, essa perde la sua più importante vetrina, per dimensioni il secondo evento in Europa. È vero che il settore è da tempo ampiamente internazionalizzato, ma il livello della tecnologia italiana e il numero delle imprese che operano nel nostro paese meritano, non solo per una questione di prestigio, di “giocare in casa” almeno una volta ogni tre anni.
Gli osservatori più previdenti hanno notato da subito la criticità di fissare un nuovo appuntamento con Plast nel 2022. Come gli addetti ai lavori sanno bene, a ottobre dell’anno prossimo è in agenda lo svolgimento del K di Düsseldorf, il primo evento del mondo, capace di concentrare su di sé tutte le attenzioni nonché le risorse disponibili da investire da parte delle aziende; la coabitazione delle due fiere nello stesso anno appare molto difficoltosa, se non impossibile. Si dovranno percorrere strade alternative: un ulteriore rinvio al 2023? L’ultima parola spetterà agli espositori, alla loro volontà e alla loro disponibilità.
In questi mesi le aziende hanno esplorato, soprattutto grazie alle opportunità offerte dalla Rete, nuovi metodi di commercializzazione dei prodotti, di gestione delle commesse, di assistenza alla clientela, in qualche caso addirittura di montaggio e collaudo. Le soluzioni messe a punto negli ultimi anni grazie a Industria 4.0 e alla connessione di macchine e impianti si sono rivelate la carta vincente per superare i tanti ostacoli causati dall’emergenza sanitaria.
I nuovi strumenti di comunicazione tuttavia, ed è una nostra profonda convinzione, non possono sostituire completamente l’incontro personale, non solo per una questione prettamente “umana”, ma anche oggettiva: un business efficace necessita di relazioni dirette, soprattutto quando si tratta di investimenti rilevanti come accade nei settori industriali. Possono essere un utile e temporaneo surrogato, in attesa di tornare in fiera e stringersi la mano.
a cura di Paolo Spinelli
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