Il cellophane (o cellofan) è una pellicola trasparente costituita da una materia prima di origine naturale – l’idrato di cellulosa – e deriva il suo nome dalla fusione di due parole: cellulosa (la materia prima naturale di partenza) e diaphane (materiale diafano, cioè che lascia passare la luce).
La storia del cellophane
Il processo per la produzione di film di cellulosa a partire da viscosa fu scoperto nel 1898 da tre chimici inglesi: Charles Frederick Cross, Edward John Bevan e Clayton Beadle. Seguì una serie di fusioni e trasferimento di tecnologie fra diverse società ubicate in prevalenza in Francia e Regno Unito.
Solo nel 1913 il chimico svizzero Jacques Edwin Brandenberger diede inizio ad una prima produzione di film di cellophane nello stabilimento di Bezons (Francia) della società La Cellophane SA. Una vera produzione industriale ebbe inizio però solo nel 1920.
Nel 1926 fu firmato un accordo tra la società La Cellophane (cui Brandenberger aveva assegnato il brevetto di produzione, diventandone socio) e la società DuPont per la produzione su licenza del cellophane negli USA e per la commercializzazione del prodotto in Nord America e Centro America. Un fattore che ha giocato un ruolo importante per lo sviluppo del mercato del cellophane è stato il perfezionamento delle prove di umidità, messo a Punto dalla DuPont e brevettato nel 1927.
In Italia la prima azienda ad iniziare la produzione di film cellophane è stata quella dell’imprenditore Paolo Orsi Mangelli, oggi Sidac Spa di Forlì, specializzata nell’imballaggio flessibile in plastica.
A partire dal 1930 iniziò il progressivo sviluppo del mercato del cellophane, quando si andò diffondendo l’uso a scopo igienico di avvolgere le derrate alimentari e di alimenti in genere per uso domestico con pellicole trasparenti e impermeabili all’aria, e, pertanto, ai germi.
Per diversi anni il cellophane è stato il materiale trasparente di imballaggio flessibile più usato, fino all’ingresso nel mercato del film di polipropilene bi-orientato (BOPP), che ha poi sfondato come materiale per imballaggio flessibile.
Nel 1961 infatti la società ICI sviluppò il film BOPP (polipropilene orientato biassialmente), che grazie alle sue caratteristiche di luminosità e scintillio nei riflessi, unite ad una sensazione di materiale “croccante” al tatto, assomigliava più alla cellulosa che al polietilene. Queste caratteristiche, congiuntamente al fattore costo, e ad una certa riduzione delle fonti di materia prima per la produzione di cellophane, hanno progressivamente ridotto il mercato del cellophane, eroso dal concorrente BOPP.
Un altro fattore che ha in parte contribuito alla contrazione del mercato del cellophane è stata quelle relativa al processo di produzione, che in alcuni casi poneva problemi di carattere ambientale.
Le applicazioni del cellophane
Il film di cellophane ha diversi impieghi:
- imballaggio alimentare: viene utilizzato per avvolgere confezioni di bustine del tea, camomille e tisane, nonché per la conservazione degli alimenti a livello sia industriale sia casalingo: es. rivestimenti protettivi di alimentari esposti nei supermercati, confezionamento di caramelle, ecc. L’imballaggio alimentare rappresenta di gran lunga quello di maggior utilizzo: circa i tre quarti dei consumi globali;
- imballaggio di prodotti cosmetici: per lo più utilizzato come avvolgimento esterno di contenitori in cartone o altro materiale rigido di profumi, lozioni, creme, ecc;
- imballaggio di prodotti farmaceutici e para-farmaceutici: anche in questo caso viene utilizzato come avvolgimento esterno del contenitore in cartone dei medicinali;
- altri vari: si tratta di applicazioni “di nicchia”: avvolgimento di pacchetti di sigarette, di prodotti di cancelleria, di mazzi di fiori e di articoli da regalo in generale: in quest’ultimo tipo di applicazione il cellophane è particolarmente idoneo in quanto si presta ad essere colorato in diverse colorazioni e tonalità, oltre che stampato, mantenendo pur sempre le sue caratteristiche di elevata trasparenza e lucentezza. Impieghi molto particolari sono poi nella produzione di nastri adesivi (pressure – sensitive tapes), o come membrane semi-permeabili usate in campo medico e per dialisi.
Il processo di produzione del cellophane
Le fasi produzione del cellophane non sono molto diverse da quelle usate per la produzione del rayon. La pasta di legno o altro materiale cellulosico viene sciolta in un bagno alcalino di solfuro di carbonio, neutralizzando in seguito il solvente con un acido.
In tal modo si ottiene la viscosa (ossia un impasto ad elevata viscosità); quest’ultima, tramite il passaggio attraverso una sottile fessura (detta filiera di estrusione), assume la forma di pellicola continua (film). Segue un passaggio in soluzione coagulante di solfato sodico e acido solforico e, dopo trattamenti di lavaggio, candeggio, ammorbidimento ed essiccamento, il film di cellulosa viene impermeabilizzato tramite aggiunta di appositi additivi plastificanti. A questo punto il cellophane così ottenuto è pronto per essere avvolto su bobine.
Il mercato del cellophane
Partendo dai 329,3 milioni di dollari del 2020, il mercato del cellophane registrerà nel 2021 un CAGR del 4,4% in termini di entrate. Nei prossimi cinque anni la dimensione del mercato globale raggiungerà 446,7 milioni di dollari entro il 2026.
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