Cofit, qualità dei cambiafiltri

Se il processo di filtrazione dei materiali termoplastici ha beneficiato negli ultimi cinquant’anni di notevoli progressi e di una costante innovazione tecnologica, buona parte del merito va sicuramente ascritto a Cofit International. Nella sede dell’azienda, a Cerro Maggiore (Milano), fin dalla fondazione nel 1967 hanno infatti visto la luce importanti prodotti dedicati al settore, tanto da fare oggi di Cofit quasi un sinonimo di cambiafiltri, con una specializzazione riconosciuta nei cinque continenti, tutti coperti da una capillare rete commerciale.
Alla base della filosofia aziendale ci sono da sempre cospicui investimenti in Ricerca & Sviluppo e un costante ampliamento della gamma a catalogo, in grado di coprire ogni esigenza puntando alla massima qualità e al completo controllo di processi sempre più automatizzati e semplificati, senza interruzioni del ciclo produttivo, compresa la fase di autopulizia che consente di non dover più estrarre i filtri. Tutto con un occhio di riguardo verso il risparmio energetico, l’impatto ambientale e la riduzione dei costi, aspetti molto cari a una clientela che spazia dai compoundatori ai produttori di film, agli ormai numerosi riciclatori, alle prese con materiali sempre più inquinati, “sporchi” e difficili da trattare, sia post consumer che post industrial.
La gamma di produzione dei cambiafiltri si adatta a ogni esigenza di impianto di lavorazione per dimensioni, grado di filtrazione e livello di automazione, con un trend che vede nel riciclaggio il segmento in maggiore crescita nel mondo, coperto con il prodotto di punta Gorilla Belt. Tutto ciò in attesa di altre imminenti novità in arrivo, attraverso un processo di sviluppo che da oggi sarà ulteriormente facilitato grazie alla realizzazione di un proprio laboratorio all’interno della sede lombarda.

Strategie e tendenze

Per avere un quadro aggiornato delle strategie in atto e dell’andamento del mercato abbiamo incontrato il general manager di Cofit, Alessandro Fabbri.
“La realizzazione del laboratorio interno all’azienda ci permetterà di raggiungere due diversi obiettivi”, spiega Fabbri. “Da un lato soddisfare le esigenze dei clienti che spesso ci chiedono di poter effettuare delle prove su loro vari materiali, e ai quali finora siamo stati purtroppo costretti a non poter fornire questo supporto. Dall’altro lato, ugualmente importante, il laboratorio ci consentirà di effettuare in completa autonomia tutti i test riguardanti i nostri nuovi prodotti, in modo da ampliare ulteriormente il catalogo in tempi rapidi, oltre a poter effettuare continui upgrade del portafoglio prodotti esistente. L’investimento nel laboratorio, che comprende l’impiego di una monovite 130, è un chiaro segnale di quanto Cofit punti con sempre maggior decisione alla Ricerca & Sviluppo e all’innovazione tecnologica, con lo scopo di presentare al mercato costanti novità. Prima, per esempio, eravamo magari costretti a chiedere qualche favore ai clienti per l’effettuazione dei test, ci muovevamo in un contesto difficile… Ora invece tutto il processo viene accelerato”.

Risultati positivi

Un altro aspetto che Fabbri tiene a sottolineare riguarda le ottime risposte che stanno venendo dal mercato, a livello internazionale, in questo 2017, con evidenti segnali di incremento del giro d’affari, in particolare negli ultimi dodici mesi: “Una grande spinta alle vendite è sicuramente venuta dal Gorilla Belt, il cambiafiltro automatico per il riciclaggio che dal momento del suo lancio, un paio d’anni orsono, sta riscuotendo un crescente successo. Un ulteriore supporto sta arrivando poi dalla nostra consociata statunitense Cofit North America, con sede a San Diego in California: la filiale, aperta poco più di un anno fa, è ormai entrata in funzione a pieno regime e oltre a registrare un incremento costante dei volumi di vendita, ha ambiziosi progetti in dirittura d’arrivo sotto forma di accordi con importanti realtà del settore”.

Cambiafiltri Cofit