Attualità

Componentistica automotive: tutti i numeri dell’India

La domanda di plastica per la componentistica automotive in India ha raggiunto nel 2019 il volume di 1,25 milioni di tonnellate, con un tasso di crescita del 7,8% medio annuo nell’arco degli ultimi 10 anni (vedi figura 1).

Il tasso di crescita è stato sostanzialmente in linea con il trend del mercato automobilistico indiano, trainato a sua volta da una serie di fattori positivi:

  • la crescita della produzione nazionale di autoveicoli che è quasi raddoppiata tra il 2009 e il 2018, per poi subire una contrazione nel 2019. Nel 2018 l’India si è classificata come il quarto mercato mondiale e il settimo produttore mondiale di auto. Tra il 2013 e il 2019 sono stati venduti in India circa 27 milioni di autoveicoli e sono stati prodotti circa 31 milioni di autoveicoli; la crescita più consistente delle vendite è stata registrata nel segmento dei veicoli commerciali (+17,6% medio annuo tra il 2013 e il 2019): le esportazioni di auto, tra il 2013 e il 2018, sono cresciute ad un ritmo medio annuo del 14,5%, per poi scendere a poco meno del 4% nel 2019;
  • una ancor più sostenuta crescita del parco auto circolante in India, che è quasi triplicato nell’arco dell’ultimo decennio;
  • un positivo trend delle esportazioni di componentistica; nel 2019 le esportazioni di componentistica in plastica per il settore automotive sono arrivate ad incidere per circa il 27% del fatturato globale del settore;
  • cospicui investimenti da parte di multinazionali estere dell’auto, che tra i primi anni 2000 e il 2019 hanno investito in India circa 24 miliardi di dollari.

L’India resta comunque al momento net importer di componentistica automotive: nell’ultimo anno il saldo della bilancia commerciale è stato negativo per circa 2,4 miliardi di dollari (il dato si riferisce al settore della componentistica auto globalmente considerato). Va però rilevato quanto segue:

  • le esportazioni, che rappresentano circa il 27% del fatturato globale, negli ultimi anni hanno registrato un tasso di crescita dell’ordine del 24% medio annuo, superiore al tasso di crescita delle importazioni (+17 – 18 medio annuo);
  • le esportazioni sono dirette per circa il 35% verso l’Europa e per un altro 28% verso il Nord America, dati significativi della buona qualità dei prodotti esportati. Le esportazioni verso l’Asia incidono solo per un altro 25%;
  • le importazioni per contro provengono per la maggior parte (circa 57%) da altri paesi asiatici limitrofi, in primis dalla Cina con una quota del 21% sulle importazioni totali, seguita da Giappone, Sud Corea e Thailandia, e, a parte le importazioni provenienti dal Giappone, si tratta di componenti per lo più a basso valore aggiunto, destinati in prevalenza al settore dell’aftermarket. Solo un 34% circa della componentistica automotive di importazione proviene da paesi occidentali: Europa (Germania in testa con una quota del 15%) e Nord America, e si tratta generalmente di prodotti ad alto valore aggiunto, destinati prevalentemente al segmento OEM.

L’industria della componentistica automotive in India si può suddividere in due settori:

  • un settore di processor organizzato su scala industriale: questo settore si rivolge prevalentemente al mercato OEM (Original Equipment Manufacturers), ed è costituito in prevalenza da prodotti di buon valore e qualità;
  • il settore cosiddetto “disorganizzato”, più di impronta artigianale, e ancora altamente frazionato, che si rivolge prevalentemente al segmento dell’aftermarket, ed è costituito in prevalenza da prodotti di basso valore aggiunto.

In termini di volumi di plastica consumati il peso dei due settori è all’incirca uguale (vedi tabella 1), mentre in termini di fatturato il settore “organizzato” ha un peso decisamente superiore; questo settore fa circa il 70 – 75% del valore aggiunto totale dell’industria indiana della componentistica automotive in plastica.

La domanda di componentistica automotive si concentra prevalentemente in alcuni distretti ove sono ubicati gli stabilimenti di produzione automobilistica in diverse provincie indiane: tre sono i principali clusters dell’auto:

  • Chennai, il più grande: in questo distretto si realizza circa il 35% del fatturato dell’industria automobilistica indiana, e il 60% delle esportazioni. Operano in questa zona numerose società: Heavy Vehicles Factory, Engine Factory Avadi, Ford (in joint–venture con la società indiana Mahindra), Hyundai, Mitsubishi, Renault, BMW, Nissan, Daimler, Hindustan Motors, Caparo, Mini, Datsun;
  • Maharashtra, nell’India centro – occidentale, dove si realizza un altro 33% del fatturato dell’industria automobilistica indiana: operano in questo stato Audi, Volkswagen, Skoda, Mahindra and Mahindra (fa assemblaggio di SUV e motori a Nashik), Mercedes Benz, Land Rover, Jaguar, Fiat, Force Motors;
  • Menasar e Guargon nello Stato di Haryana nella National Capital Region (NCR) di Dehli: qui è ubicato il maggior produttore di auto del paese: Maruti Suzuki.

Un cluster più recente è quello dello Stato di Gujarat con stabilimenti MG Motors, Atul Auto (produttore di furgoncini a tre ruote), Ford (in Joint-Venture con Mahindra), Maruti -Suzuki, e Peugeot – Citroen. Altri stabilimenti di produzione sono ubicati a Noida (Honda), Bengaluru (Toyota, Volvo e Scania), Andhra (Isuzu e Kia) e altri stabilimenti ancora in altre località del paese.

I polimeri utilizzati nella componentistica automotive

Le tipologie di polimeri utilizzati per la produzione di componentistica automotive in India sono alquanto diversificate; anche se in ritardo rispetto ai paesi occidentali e al Giappone, comunque anche in India si va diffondendo, a ritmi sostenuti, l’uso di polimeri high tech, grazie soprattutto alla citata presenza nel paese delle multinazionali estere dell’industria automobilistica che tendono a richiedere componenti adeguati agli standard occidentali – giapponesi. Si fornisce di seguito una rapida panoramica sui vari tipi di polimeri usati, e sulle relative applicazioni:

  • polipropilene: il polimero più usato (vedi tabella 2): tipiche applicazioni sono nella produzione di paraurti, cruscotti, componentistica sottocofano, sistemi di carburazione, componenti di illuminazione, componenti elettrici, finiture, eccetera;
  • poliuretano: nella forma semirigida ottenuta per stampaggio con tecnologia RIM (Rection Injection Molding) utilizzato per la produzione di paraurti, pannelli, parti di carrozzeria ad elevata resistenza meccanica. Il poliuretano espanso flessibile viene impiegato per la produzione di sedili di auto e moto: l’India è uno dei principali produttori mondiali di moto;
  • PVC: utilizzato per la produzione di cavetteria, coperture di componenti elettrici, oltre che per la produzione di sedili, imbottiture, finiture di interni;
  • LLDPE / LDPE: ha ancora applicazioni limitate in India; viene utilizzato soprattutto per la copertura di tetti d’auto;
  • HDPE: anche in India si va diffondendo l’uso di questo polimero nella produzione di serbatoi carburante; questo materiale viene apprezzato soprattutto dai produttori di serbatoi per il settore OEM, grazie alle sue proprietà combinate di forza e leggerezza che permettono ai produttori di autovetture di ridurre notevolmente il peso totale del veicolo. In particolare, l’abbinamento di PEHD con uno strato di resina Eval™ (copolimero etilene vinil – alcool) della società Kuraray, inizialmente affermatosi in Nord America, Europa e Giappone, è destinato a penetrare anche in India ed altri paesi asiatici: lo strato di Eval viene usato come barriera polimerica funzionale per ridurre le emissioni attraverso le pareti del serbatoio, mentre l’HDPE viene usato come polimero strutturale;
  • poliammide tecnopolimero rinforzato con fibre di vetro, utilizzato per la produzione di collettori d’aria: è in forte ascesa il suo utilizzo tra i produttori indiani di questo componente;
  • ABS/SAN/ASA: il loro tipico utilizzo è nella produzione di finiture, sedili per auto, componenti di illuminazione
  • PBT: utilizzato per la produzione di componenti di illuminazione, alloggiamento di specchietti retrovisori. Il PBT grado rinforzato trova ormai anche in India numerosi impieghi in componenti auto, quali: parti del sistema elettrico e impianti di iniezione, componenti del sistema di ventilazione, alloggiamenti isolanti nel vano motore, interruttori, spine, connettori, bobine, componenti di tergicristalli eccetera;
  • PET: grazie alle sue ottime proprietà meccaniche e la sua elevata temperatura di deformazione al calore, paragonabile al PA6, anche in India il PET sta trovando applicazioni nella produzione di componenti per auto, anche se ancora con volumi limitati;
  • poliacetali (POM): vengono utilizzati nella produzione di ingranaggi, cuscinetti, finiture di interni ed esterni di autoveicoli;
  • PMMA: ampiamente utilizzato per vetri e particolari per illuminazione;
  • policarbonato (PC): si sta affermando anche sul mercato indiano per applicazioni nella componentistica automotive, in relazione al fatto che, se correttamente trattato, possiede proprietà antigraffio e anti-appannamento assolutamente apprezzabili, mantenendo al contempo ottime qualità ottiche: viene utilizzato per esempio per produrre particolari di cruscotti, indicatori di direzione, e tettucci panoramici in sostituzione del vetro;
  • PPE/PPO: applicazioni tipiche sono nella produzione di impianti di condizionamento, componenti di sottocofano, profilati esterni, supporti per illuminazione, supporti porta-specchietto;
  • PPS: trova applicazioni ancora molto limitate, ma in crescita: viene utilizzato per esempio nella produzione di particolari di sistemi iniezione carburanti, statori e organi di trasmissione, particolari di freni ABS, alloggiamenti di guarnizioni eccetera;
  • PSU/PES: anche questo polimero ha ancora consumi molto limitati sul mercato indiano, ma in fase di espansione: applicazioni tipiche sono per esempio nella produzione di riflettori e coperture di fanali anteriori;
  • altri vari: numerosi altri polimeri vengono utilizzati nell’industria indiana della componentistica automotive. Tra i polimeri più utilizzati figurano i poliesteri insaturi, generalmente rinforzati, impiegati ad esempio nella produzione di parti di carrozzeria di veicoli (auto o autocarri), ove sia richiesta un’elevata resistenza meccanica. Impieghi di una certa consistenza trovano anche le varie tipologie di resine (alchidiche, acriliche, epossidiche, poliestere) che costituiscono la base polimerica delle vernici usate per la carrozzeria delle auto. Ancora molto limitato l’uso di polimeri high tech molto speciali, quale il poliarileterechetone (PEEK) utilizzato comunque anche in India per applicazioni molto impegnative, quali cuscinetti a sfera, pompe, valvole, per le sue ottime prestazioni meccaniche, termiche e chimiche. Altre applicazioni molto particolari sono le guarnizioni in gomma e PTFE.

Prevedibili evoluzioni del mercato della componentistica automotive in India

La domanda indiana di componentistica automotive in materiale plastico è destinata anche nei prossimi anni a registrare i tassi di crescita tra i più elevati al mondo, in considerazione di una serie di motivi:

  • innanzitutto, va considerato che, come in generale a livello mondiale, e anzi a ritmi più sostenuti in quanto il processo di sostituzione è partito in ritardo rispetto alla media europea e occidentale, il trend della penetrazione della plastica e il peso della plastica in un’auto è destinato a crescere in futuro, in quanto:
    • aumenta il numero di funzioni all’interno dell’auto che richiedono l’uso della plastica come materiale costruttivo;
    • le plastiche continueranno ad essere una valida alternativa ai metalli, in considerazione essenzialmente del fatto che sono molto più leggere, consentendo quindi risparmio di consumi di carburante, maggior efficienza del veicolo, minori emissioni inquinanti.
  • le esportazioni di componentistica automotive dall’India continuano a crescere a ritmi più sostenuti rispetto alle importazioni, il che sta a significare che l’industria della componentistica indiana, oltre ad aumentare le vendite sul mercato interno per soddisfare una domanda nazionale in rapida crescita, punta anche ad incrementare le vendite sui mercati internazionali. Stando ai targets stabiliti dagli stessi operatori indiani, nel contesto mondiale l’industria indiana della componentistica auto dovrebbe divenire, per dimensioni, la terza al mondo: del processo di globalizzazione dovrebbero beneficiare soprattutto le esportazioni di componenti, che, secondo le previsioni dell’Associazione Indiana dei Produttori di Componenti per Automotive, dovrebbero realizzare nel 2026 un giro d’affari di 80 miliardi di dollari, con un obiettivo di già 30 miliardi di dollari nel 2021, contro gli attuali circa 16 miliardi di dollari, obiettivo forse eccessivamente ottimistico, ma abbastanza in linea con il trend degli ultimi 7 – 8 anni;
  • oltre a quelli già realizzati in passato, sono in atto numerosi progetti di investimento in nuove iniziative nel settore automobilistico: tra i più recenti si citano:
  • nel gennaio 2020 la Tata AutoComp Systems ha creato una joint-venture con la Prestolite Electric per la produzione di componenti per auto per vetture elettriche;
    • nel dicembre 2019 Force Motors, società automobilistica integrata a monte con il design e la progettazione di componenti, ha pianificato un investimento di circa 87 milioni di dollari per sviluppare due nuovi modelli di autoveicoli nell’arco dei prossimi due anni;
    • sempre nel dicembre 2019 l’inglese MG (Morris Garage) ha annunciato un investimento di circa 430 milioni di dollari in India;
    • Audi India aveva pianificato di lanciare per la fine del 2019 nove nuovi modelli (compresi Sedan e SUV), oltre ad un futuristico modello di veicolo elettrico;
    • anche MG Motor ha annunciato il lancio di un nuovo modello di SUV elettrico per l’inizio del 2020, e di altri nuovi modelli sempre di veicoli elettrici, nell’arco dei prossimi 3 – 4 anni;
    • BYD Olectra (produttore di bus elettrici con sede a Hyderabad), Tata Motors, e Ashok Leyland (veicoli commerciali) si sono impegnati per la produzione di 5.500 bus a trazione elettrica per vari distretti indiani;
    • sempre Ashok Leyland ha pianificato un investimento di circa 155 milioni di dollari per il lancio di 20 – 25 nuovi modelli di veicoli commerciali nel 2018 – 2019;
    • nella prima metà del 2019 vari produttori di automobili hanno investito circa 500 milioni di dollari in start up nel settore delle tecnologie per l’auto;
    • Toyota prevede investimenti per circa 100 milioni di dollari nell’auto a guida robotizzata in India;
    • Hyundai e Saic Motors hanno annunciato investimenti rispettivamente per 1 miliardo di dollari e 300 milioni di dollari nell’industria automobilistica indiana;
    • Mercedes Benz ha recentemente ampliato la sua capacità produttiva di auto di lusso nello stabilimento indiano ubicato a Chakan (distretto di Pune – Stato di Maharashtra) portandola a 20.000 unità / anno;
    • nell’ottobre 2018 Honda Motors ha annunciato di voler erigere il suo terzo stabilimento in India per la produzione di veicoli ibridi ed elettrici con un mega investimento di circa 1,35 miliardi di dollari;
    • nel novembre 2018 la società indiana Mahindra Electric Mobility ha inaugurato il suo hub di tecnologie dell’auto elettrica a Bangalore con un investimento di circa 15 milioni di dollari, che porterà la capacità produttiva annua di veicoli elettrici a 25.000 unità;
    • nell’agosto 2019 la società Eaton, grossa produttrice indiana di componenti in plastica per autoveicoli, è entrata in partnership con la KPIT di base a Pune per sviluppare sistemi e software per guida autonoma, componenti per trasmissione di potenza in veicoli elettrici e convenzionali, strumentazione per diagnostica di veicoli, ecc;
    • nell’aprile 2019 la società tedesca Durr, produttrice di soluzioni per verniciatura e sigillature per l’industria dell’automotive, è entrata in partnership con l’indiana Patvin per sviluppare e produrre anche in India adesivi e vernici a base di resine;
    • la Schaeffler India, l’affiliata indiana del produttore tedesco di componentistica auto, ha recentemente pianificato un investimento di circa 47 milioni di dollari in unità produttiva di componenti;
    • nel dicembre 2018 la tedesca Continental, uno dei leader mondiali dei pneumatici, ha progettato un investimento di circa 26 milioni di dollari nello stabilimento Continental di Pune, che sarebbe dovuto partire entro il 2020; il progetto è finalizzato in particolare allo sviluppo e produzione di rivestimento e pelle artificiale;
    • nell’ottobre 2018 IMI Precision Engineering (sistemi controllo fluidi e movimento) ha inaugurato un grande stabilimento, il secondo per dimensioni in Asia, e intende ampliare la sua gamma di offerta nell’arco dei prossimi anni;
    • nel settembre 2018 il produttore di compressori d’aria Elgi Equipment ha annunciato un investimento di circa 2,7 milioni di dollari per uno stabilimento motoristico – automobilistico in India, che, stando al progetto iniziale, sarebbe dovuto partire nel primo trimestre 2020;
  • non vanno infine dimenticate le iniziative del Governo Indiano volte a sostenere e promuovere l’industria nazionale dell’auto e relativi componenti. Già secondo l’Automotive Mission Plan (AMP) 2006 – 2016 l’industria automobilistica indiana nel suo complesso, compreso indotto, dovrebbe raggiungere nel 2026 un fatturato di circa 300 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 15% medio anno. Nell’AMP 2016 – 2026 si prevede inoltre che il contributo dell’industria automobilistica al PIL del paese passi dal 2,3% nel 2016 al 12% nel 2026, con la creazione di circa 65 milioni di nuovi posti di lavoro, compreso indotto. In particolare, il Governo punta a sviluppare il segmento più avanzato delle vetture elettriche, ibride, e ad alto contenuto di elettronica: nel budget 2019 – 2020 la tassa su beni e servizi è stata abbassata dal 12 al 5% per le auto elettriche o ibride, con un’ulteriore riduzione sugli interessi pagati su prestiti relativi all’acquisto di tali auto. Il National Electric Mobility Mission Plan prevede che già nel 2020 si arrivi ad un volume di vendite di circa 6 – 7 milioni di veicoli elettrici o ibridi.

Anche se le previsioni formulate da operatori e fonti locali possono sembrare eccessivamente ottimistiche, si può comunque realisticamente prevedere che anche nei prossimi anni il consumo di materie plastiche per il settore automotive in India continui a registrare tassi di crescita sostenuti, non dissimili da quelli registrati negli ultimi anni: + 7,9% medio annuo per arrivare ad attestarsi a 1,69 milioni di tonnellate nel 2023.

Tra i polimeri a maggior tasso di crescita saranno alcuni tecnopolimeri che attualmente hanno ancora applicazioni limitate, in particolare policarbonato, PPS, PSU /PES (vedi tabella 3), o alcuni polimeri specialty assolutamente di nicchia.

Il settore “disorganizzato” tenderà progressivamente a perdere quote di mercato a favore del settore più organizzato industrialmente (vedi tabella 4), in relazione ad un progressivo consolidamento dell’industria della trasformazione di materie plastiche, e alla tendenza dell’industria indiana della componentistica per automotive in generale ad adeguarsi a standard di qualità progressivamente più elevati per competere nel contesto internazionale (vedi mire di esportazione di componenti).

 

 

a cura di Giuseppe Tamburini

Documenti Allegati

Figure e Tabelle