In base ai primi dati disponibili nel 2014 è salito al 78,3% il recupero degli imballaggi in Italia. Aumentata anche la quota di imballaggi avviati a riciclo (68,3%).
E’ stata presentata il 22 aprile scorso a Milano, in occasione dell’Assemblea annuale dei Consorziati, la Relazione 2014 sulla gestione e il bilancio di Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, garante del raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro a livello nazionale.
I dati preliminari relativi al 2014 indicano una quota di rifiuti di imballaggio avviata a riciclo che si attesta al 68,3% sul totale dell’immesso al consumo, in aumento di circa 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. In termini quantitativi, i rifiuti di imballaggio trasformati in materia prima seconda hanno visto un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente con l’avvio a riciclo di circa 8 milioni di tonnellate.
Dello stesso tenore i risultati di recupero complessivo degli imballaggi che comprendono la quota di riciclo e di recupero energetico dei materiali: a fronte di un immesso al consumo in crescita del 2,6% rispetto al 2013, nel 2014 è stato recuperato il 3,2% in più di imballaggi. Oltre il 78% dei rifiuti di imballaggio viene quindi valorizzato, vale a dire che oggi più di 3 imballaggi su 4 vengono sottratti alla discarica.
Gli aumenti sono principalmente legati al grande sviluppo della raccolta differenziata in convenzione, regolata dall’Accordo Quadro Anci-Conai: + 6,1% a livello nazionale (con punte del + 7,9% per la plastica e + 7,5% per il vetro), con cinque filiere su sei che segnano incrementi derivanti principalmente dalla grande crescita dei volumi raccolti nel Centro-Sud, che si conferma essere il bacino con maggiori potenzialità di sviluppo anche per gli anni a venire.
In tutto sono 7.330 i Comuni serviti dal sistema consortile, con un coinvolgimento di oltre 57 milioni di cittadini, il 91% della popolazione italiana.
Aumentati anche i ricavi da Contributo Ambientale Conai (CAC), la forma di finanziamento attraverso la quale Conai ripartisce tra produttori e utilizzatori il costo per i maggiori oneri della raccolta differenziata e l’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio: tale incremento è dovuto, da un lato, alla variazione di Contributo Ambientale che ha interessato gli imballaggi in plastica (da 110 a 140 euro/ton) e alcune procedure semplificate e, dall’altro, dall’aumento delle quantità assoggettate a livello complessivo (+4,6%), grazie ad un’azione di minimizzazione dell’evasione e dell’elusione contributiva messa in campo da Conai, in un’ottica di fair competition a tutela delle imprese.
Nel 2014 è, inoltre, proseguito e si è rafforzato l’impegno di Conai in tema di prevenzione, con la proclamazione dei vincitori del primo “Bando per la prevenzione – Valorizzare gli imballaggi ecosostenibili”. Le aziende si sono distinte per aver progettato il packaging in chiave di innovazione e sostenibilità ambientale: i 36 casi di eco-packaging premiati hanno permesso una riduzione delle emissioni di CO2 equivalenti pari al 34,5%, un risparmio dei consumi di energia del 36,3% e una diminuzione dell’utilizzo di acqua del 36,2%.
A fronte dei positivi risultati ottenuti dalla prima edizione, Conai ha lanciato per il 2015 la seconda edizione del Bando, disponibile sul sito www.conai.org, con un monte premi di 200.000 euro e 6 premi speciali da 10.000 euro ciascuno per i casi vincitori più virtuosi.
In 15 anni, grazie all’attività di Conai il recupero dei rifiuti di imballaggio è passato dal 33% a quasi l’80%. Secondo i dati contenuti nel Rapporto di Sostenibilità di Conai, negli ultimi 15 anni il riciclo ha permesso il risparmio di 350 miliardi di kilowattora, valore superiore alla domanda complessiva di energia elettrica in Italia, la mancata emissione di 125 milioni di tonnellate di CO2 e la mancata apertura di 100 discariche. I risultati di prevenzione e tutela dell’ambiente evidenziano il ruolo che il Sistema Consortile occupa nel Paese. Conai è infatti oggi un player di rilievo della green economy, con 15,2 miliardi di euro di benefici netti per il Paese, tra costi di smaltimento evitati, mancate emissioni di CO2, valore delle materie prime seconde recuperate attraverso la raccolta differenziata e valore dell’indotto della filiera raccolta e recupero.
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