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Crisi del Mar Rosso: quali effetti sulle imprese italiane?

La crisi del Mar Rosso rappresenta una sfida significativa per il commercio internazionale e per le imprese italiane. Tuttavia, attraverso l'adozione di strategie innovative e una gestione efficace delle risorse, è possibile superare queste difficoltà e garantire la continuità e la crescita delle attività economiche.

Il Mar Rosso, crocevia strategico per il commercio marittimo globale, sta attraversando una crisi senza precedenti che sta avendo ripercussioni significative sulle imprese italiane e sul commercio internazionale. Con il 30% del traffico mondiale di container che passa attraverso questa rotta, le recenti tensioni hanno provocato una drastica riduzione del numero di navi in transito, calato del 76% dall’inizio dell’anno. In parallelo, il volume delle spedizioni intorno al Capo di Buona Speranza è aumentato del 193%, evidenziando un chiaro spostamento delle rotte commerciali.

Impatto economico della crisi del Mar Rosso sulla supply chain italiana

Negli ultimi sei mesi, il fatturato delle aziende italiane colpite dalla crisi del Mar Rosso è diminuito del 14,2% rispetto al semestre precedente. Questo calo è stato particolarmente pronunciato nei settori dell’energia, della chimica, dell’agroalimentare e della metallurgia, con un aumento medio dei costi del 19% rispetto al periodo pre-crisi. L’indagine, condotta da Allianz Trade in collaborazione con Format Research, rivela che il 5,5% delle aziende ha dovuto ridurre o cancellare completamente gli investimenti previsti per il 2024 a causa delle difficoltà logistiche.

Cambiamenti nelle rotte commerciali

Le compagnie di navigazione, per evitare i rischi della regione del Mar Rosso, sono state costrette a scegliere rotte più lunghe e costose intorno all’Africa. Francoise Huang, senior economist di Allianz Trade per l’Asia Pacifico, ha dichiarato che il traffico di navi portacontainer attraverso lo Stretto di Bab-El-Mandeb e il Canale di Suez è diminuito rispettivamente del 76% e del 48%.

Questo ha comportato un iniziale aumento dei prezzi di spedizione, con le tariffe dei container che hanno raggiunto un picco di 3.964 USD/container a gennaio 2024, prima di diminuire a un ritmo del 3% settimanale, pur rimanendo significativamente superiori ai livelli pre-pandemia.

Problemi e soluzioni logistiche

Il 51% delle aziende intervistate ha segnalato difficoltà nel transito delle merci attraverso il Mar Rosso, con conseguenze più gravi per i settori della meccanica strumentale, dell’energia e della metallurgia. Il 59,2% delle aziende prevede un aumento dei tempi di spedizione e il 56,4% ritiene che i costi di trasporto continueranno a crescere. Inoltre, il 22,6% delle aziende si aspetta ritardi nei pagamenti da parte dei clienti, con un ritardo medio stimato di 40 giorni.

Strategie di adattamento alla crisi del Mar Rosso

Di fronte a queste difficoltà, il 30% delle aziende italiane ha già preso in considerazione alternative logistiche. Circa il 20,6% prevede di implementare queste soluzioni nel 2024, mentre il 9,4% le ha già adottate, preferendo il trasporto aereo (60,5%), su strada (9,5%), ferroviario (8%) o una combinazione di questi metodi (22%).

Luca Burrafato, Responsabile Paesi Mediterranei Medio Oriente e Africa per Allianz Trade, ha sottolineato l’importanza di sviluppare strategie di filiera che coinvolgano l’intera supply chain per ottimizzare la gestione del capitale circolante e valorizzare la resilienza delle imprese italiane. In un contesto di crescente incertezza geo-politica e volatilità economica globale, queste strategie sono cruciali per mitigare gli impatti negativi della crisi del Mar Rosso e mantenere la competitività delle aziende italiane nel mercato internazionale.