
Regis: “Senza regole, il settore rischia una concorrenza sleale”.
Con il possibile aumento dei dazi statunitensi sulle plastiche asiatiche, cresce il rischio che l’Europa diventi la meta privilegiata per questi flussi di materie prime, con gravi ripercussioni sul settore del riciclo. A lanciare l’allarme è Walter Regis, presidente di Assorimap – l’associazione nazionale dei riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria – che chiede a Bruxelles un intervento urgente per proteggere le imprese europee.
“Oggi i polimeri riciclati e quelli vergini condividono lo stesso codice doganale, rendendo impossibile distinguere la reale natura dei materiali importati. E già adesso l’import nella UE copre oltre il 20% del consumo di polimeri, spesso senza alcuna tracciabilità”, denuncia Regis.
Secondo Assorimap, il problema dei dazi sulle plastiche è doppio: da un lato, mancano codici doganali distintivi per i materiali riciclati, dall’altro non esiste un sistema europeo di certificazione e tracciabilità che garantisca la veridicità delle dichiarazioni sul contenuto di riciclato.
“Se non verranno introdotte misure di difesa commerciale e regole equivalenti per i materiali importati, il nostro comparto – già messo alla prova dal caro energia – rischia di subire la concorrenza sleale dei Paesi a basso costo”, avverte Regis, ricordando come questa situazione rappresenti una contraddizione rispetto al nuovo Regolamento imballaggi, che impone obiettivi vincolanti di contenuto riciclato nel packaging.
Assorimap chiede quindi:
- incentivi mirati per sostenere le PMI del riciclo;
- controlli doganali più stringenti;
- un monitoraggio costante sui flussi di materie plastiche in ingresso.
“L’Europa ha l’occasione, con questa crisi commerciale globale, di rivedere le proprie regole di vigilanza e costruire un sistema equo, dove la qualità – e non il prezzo al ribasso – diventi il vero elemento competitivo”, conclude Regis.
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