L’azienda Dentis, puntando sull’imballaggio alimentare e sul packaging in generale, ha fatto del riciclo meccanico del rifiuto da raccolta differenziata il proprio core business, generando una materia prima seconda come l’R-PET. E ora si aprono ulteriori orizzonti anche per il monouso, tornato alla ribalta per esigenze di sicurezza alimentare. Continuando sulla strada della qualità e abbandonando per sempre i modelli sbagliati del passato.
Nemmeno la crisi da coronavirus sembra poter fermare l’espansione del Gruppo Dentis, che procede spedito a livello europeo anche grazie alle filiali in Spagna, nei pressi di Valencia, e in Francia, a Lille, i cui stabilimenti produttivi affiancano quello della sede storica a Sant’Albano Stura (Cuneo), dove l’azienda è stata fondata nel 1987. Da allora la specializzazione nella produzione di R-PET di alta qualità si è affinata permettendo di proporre una gamma – proveniente dalla raccolta differenziata di imballaggi in plastica – sotto forma di scaglie cristallizzate a marchio “Petalo” in 5 sfumature di colore con diversi gradi di viscosità, adatta a numerosi utilizzi e ispirata alla massima tutela ambientale. L’obiettivo è realizzare una materia prima seconda analoga al prodotto vergine, partendo da concentrazioni infinitesimali di parti estranee al PET.
Dentis Recycling Italy figura anche tra i soci promotori e fondatori del consorzio volontario Coripet, autorizzato dal 2018 nella gestione del fine vita degli imballaggi in PET per liquidi alimentari sulla base del principio della responsabilità estesa del produttore, allo scopo di realizzare un vero esempio di economia circolare.
L’incontro con Corrado Dentis, general manager e contitolare del Gruppo insieme al fratello Roberto, è stato l’occasione per fare il punto della situazione sulle strategie aziendali e anche sulle tante questioni rimaste sul tavolo che riguardano il presente e il futuro delle materie plastiche: “Il nostro impianto è sempre rimasto in funzione, dato che l’attività di Dentis è compresa tra quelle essenziali. Sia perché rientriamo a pieno titolo tra i gestori di rifiuti, e nello specifico delle bottiglie in PET da raccolta differenziata come anello terminale della catena tra rifiuto e materia prima seconda, sia perché abbiamo un codice Ateco identificativo anche delle materie plastiche, in un contesto che ora sembra cambiato diametralmente: da tanto odiate e riconosciute come il male assoluto, adesso in questa calamità emergono tanti elementi distintivi e positivi dell’imballaggio in plastica, già sottoposti all’attenzione dei più nei mesi passati ma che sembravano solo scuse accampate all’ultimo minuto”.
Dal tentativo di difendere l’indifendibile al riconoscimento di un valore indispensabile, insomma, prosegue Dentis: “Non solo proteggere gli alimenti è davvero fondamentale ma, e mai come in questo caso, anche lo stesso monouso e quindi la bottiglia in sé rappresenta l’unica garanzia assoluta di sicurezza sanitaria per evitare promiscuità: la borraccia, che sembrava la soluzione di tutti i mali, adesso è infatti stata prontamente riposta in un cassetto”.
Mentre la plastic tax viene rinviata, con l’entrata in vigore posticipata dal 1° luglio al 1° gennaio 2021, Dentis invita comunque a proseguire lungo la retta via: “Il momento richiama a dinamiche importanti su logiche di continuità. Non bisogna dimenticare alcuni presupposti che poi hanno determinato certi orientamenti politici. Quindi, una volta superate le problematiche legate alla crisi sanitaria che viviamo nella quotidianità, bisognerà riprendere certe logiche che conducono a modelli nuovi, di cui è un’ottima testimonianza il nostro Coripet: un esempio innovativo che porta il Paese a raggiungere performance in precedenza lontane dagli obiettivi delle varie direttive di cui tutti noi siamo poi oggetto. In passato sono stati commessi errori accumulatisi negli anni e questo ha fatto sì che si arrivasse a direttive difficili da gestire e penalizzanti. Non tappiamoci quindi gli occhi pensando che il modello del passato sia stato all’altezza: né le raccolte né il riciclo si sono dimostrati adeguati alle aspettative. La cattiva fama della plastica non è solo colpa del cattivo senso etico del cittadino. Per cui dobbiamo guardare a queste dinamiche anche con l’occhio di chi troverà così modo di impiegare nuovo personale, trasformando chi rimarrà senza lavoro in una risorsa per raggiungere nuovi obiettivi. Bisogna portare innovazione e qualità nella raccolta del rifiuto e non puntare esclusivamente sulla quantità. L’epoca della raccolta differenziata in quanto tale, del resto, è tramontata da tempo: un concetto datato che deve essere sostituito dalla valorizzazione del rifiuto in quanto materia prima”.
Programmi per il futuro
Nonostante i prossimi mesi non si prospettino semplici, Dentis ha un programma operativo ben chiaro: “Ora come azienda essenziale abbiamo l’opportunità, che interpretiamo anche come un dovere verso il Paese, di svolgere un ruolo importante, e dall’inizio dell’emergenza non siamo mai venuti meno attuando tutte le misure indicate dal governo, a partire dall’applicazione del lavoro agile, cercando di ridurre ai minimi termini la presenza del personale in azienda e riuscendo comunque sempre a mantenere il ciclo continuo, sette giorni su sette Pasqua compresa. Un certo patema d’animo può riguardare solo le raccolte differenziate, viste le problematiche legate alla sicurezza sanitaria degli operatori: auspico dunque che non si verifichino flessioni perché possiamo far fronte all’obbligo di fornire il servizio solo se ci arrivano sufficienti imballaggi da riciclare. I clienti sono divisi in due grandi ambiti. Da una parte quelli che a vario titolo operano nell’imballaggio alimentare e che hanno mantenuto la totale operatività, implementando addirittura la produzione in taluni casi, seppure con le necessarie modifiche dovute alla mutata domanda: sia per le aumentate esigenze di sicurezza sia per la grande richiesta di formati famiglia destinati ai consumi domestici, a fronte di un forte calo di quanto era destinato al take away, ai bar e alla ristorazione. Dall’altra parte questi volumi in cresciuta sono stati purtroppo bilanciati dal fermo quasi totale dei clienti operanti al di fuori della filiera alimentare. Noi per esempio operiamo nell’applicazione fibra per il settore tessile, escluso dalle attività consentite, e qui le aziende hanno interrotto la produzione. Parzialmente, inoltre, anche negli imballaggi non per alimenti si è riscontrato un ridimensionamento”.
Altre difficoltà contingenti, sottolinea Dentis, si registrano soprattutto per l’import e l’export: “La logistica interna a livello di Paese sta svolgendo un lavoro straordinario e non abbiamo mai avuto problemi sia nel ricevere merce sia nelle consegne. Tutto ciò che invece non è Italia va a rilento e in particolare le spedizioni all’estero. Riguardo alla filiale spagnola la situazione è buona, analoga a quella italiana, mentre in Francia si sono verificate difficoltà a causa del blocco di un mese delle attività in circa la metà dei centri dedicati alla selezione della raccolta differenziata per gli imballaggi in plastica, a dimostrazione che ogni Paese ha sensibilità diverse”.
Forte sviluppo
A medio-lungo termine, nonostante l’attesa crisi economica post coronavirus, Dentis prevede un forte sviluppo: “Siamo orientati a investire e a evolvere nel bottle to bottle. Dal 2022 avvieremo una linea ad hoc dedicata al riciclo meccanico dei contenitori per liquidi in PET, quindi al settore del single-use plastics e dell’R-PET per uso alimentare, di cui finora non ci siamo occupati e per il quale prevediamo una divisione apposita, così da rispondere alle nuove esigenze di tutto il comparto del beverage. Tenendo conto anche dell’obiettivo fissato per il 2025 che prevede un utilizzo pari almeno al 25% di PET riciclato per la produzione di nuove bottiglie. Amplieremo perciò la gamma con un prodotto in aggiunta ai gradi di R-PET già proposti. Un programma ambizioso e adeguato alla domanda del mercato, sempre più pressante riguardo a questa nuova materia prima seconda. Si aprono quindi orizzonti interessanti, sempre con l’obiettivo di soddisfare la clientela, come il Gruppo Dentis fa sin dalla fondazione”.
Corrado Dentis, general manager e contitolare del Gruppo
Il quartier generale Dentis a Sant’Albano Stura (CN)
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