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Eco-design: la versione di Karim Rashid

Tra i più popolari e apprezzati designer del mondo, Karim Rashid spiega la sua visione in tema di eco-design e di utilizzo sostenibile delle materie plastiche. La progettazione è l’elemento che unisce esigenze industriali e salvaguardia dell’ambiente. Con tanta creatività.

Karim Rashid, qual è la sua visione di eco-design o life cycle design? È un’opportunità o una limitazione?

Sono cresciuto in Canada, un paese da sempre molto consapevole e attento alla sostenibilità. La Giornata della Terra è stata ideata a Montreal, me lo ricordo bene. Inoltre, già nella dissertazione di laurea mi ero immerso nell’apprendimento di come progettare prodotti ciclici e rispettosi dell’ambiente. L’eco-design è molto importante per me. I designer devono plasmare un mondo più funzionale, che abbia meno cose ma migliori. Meno consumi e un paesaggio fisico più curato. Inoltre, occorre creare un mondo più ciclico, con meno sprechi e più sostenibilità. Conservare le risorse significa utilizzare meno materie prime ed energia lungo l’intero arco di vita di un prodotto, dal suo sviluppo e produzione al suo utilizzo, riutilizzo, riciclo e smaltimento.

Quale può essere il contributo del design industriale all’economia circolare e alla sostenibilità?

La produzione “on demand” è la strada verso il futuro, quindi non dobbiamo produrre troppo. Un dato oggetto viene prodotto quando qualcuno lo ordina, quindi non c’è bisogno di sprecare energia per la produzione e lo stoccaggio dei prodotti, né di avere negozi al dettaglio. Niente intermediari, spese generali più basse, e non si creano surplus di manufatti. Se l’industria dell’abbigliamento operasse in questo modo risparmieremmo tonnellate di emissioni di carbonio. L’industria della moda produce il 10% di tutte le emissioni di carbonio dell’umanità, è il più grande consumatore mondiale di risorse idriche e riempie gli oceani di microplastiche. E tutti i vestiti, smessi o invenduti, vanno a creare enormi discariche.

Può una maggiore sostenibilità ambientale delle plastiche contribuire a “making design a public subject”?

Il design è un soggetto pubblico, ma è imperativo che i consumatori sappiano e capiscano se i prodotti sono sostenibili.

Quali sono i settori industriali con cui lavora che tengono in maggiore considerazione gli aspetti ambientali nella progettazione dei loro prodotti?

Software 3D, macchinari CNC, prototipazione rapida, macchine per la deposizione di materiale fuso e nuove bioplastiche sono tutte tecnologie da cui ho tratto ispirazione. Ho installato la mia prima macchina per la prototipazione rapida nel mio studio nel 1999. La tecnologia ha fatto molta strada da allora. Più veloce, più economica, più precisa e con più scelta di materiali. Ora si possono anche stampare tessuti 3D.

La plastica viene spesso accusata di inquinare l’ambiente e qualcuno propone di vietarne l’utilizzo. Qual è il suo pensiero su questo?

La plastica è essenziale per le nostre necessità. Dobbiamo tenere presente che possiamo conservare più risorse lungo il ciclo di vita di un oggetto grazie alle incredibili proprietà intrinseche delle materie plastiche come la leggerezza, durata e formabilità a confronto di altri materiali. Nel frattempo, la vera risposta all’uso della plastica è che dovremmo usare meno oggetti, ma migliori.

Cosa ne pensa della possibilità di utilizzare plastiche recuperate dal mare per produrre articoli di design?

La mia collezione Oceana è stata creata su invito della Solaris Community per partecipare al progetto Circular Ocean Plastic dell’Unesco.

Questa collezione di mobili è progettata sulla fluidità della plastica, il movimento dell’oceano, le qualità organiche della natura, oltre che per sfruttare la tecnologia della prototipazione rapida e della deposizione di materiali fusi. Le forme sono morbide e amorfe per combinarsi con i nostri spazi naturali e le nostre antropologie. Il progetto Circular Ocean Plastic esplora soluzioni innovative per riutilizzare i rifiuti di plastica marini del mondo in prodotti di alta fascia a lungo ciclo di vita. L’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, volte a incoraggiare collaborazioni intersettoriali, si basa su modelli di economia circolare sostenibili e aiutano a standardizzare una catena di approvvigionamento verde a livello globale. La tecnologia utilizzata, dalla scomposizione e rigranulazione delle materie plastiche alla stampa 3D, può produrre materiali superiori che, come possiamo vedere in questo caso, possono essere riproposti per quasi ogni cosa e resistere alla prova del tempo.

Ha mai utilizzato bioplastiche per i suoi progetti? Ritiene che questi polimeri offrano nuove e specifiche opportunità?

Sono interessato ai materiali biodegradabili. Cerco di usare le bioplastiche; la lattina Garbo è in resina a base di mais e la sedia Snap di Feek è realizzata al 100% in polistirene riciclato ed è fatta di aria per il 97%. Qualche tempo fa ho progettato imballaggi per un fast-food utilizzando amido e patate stampati a iniezione che hanno un aspetto identico alla plastica. Per i consumatori, queste innovazioni stanno finalmente diventando parte dello spirito del tempo.

Come immagina il futuro del design di prodotti in materiale plastico nel suo rapporto con le esigenze di protezione dell’ambiente?

Credo di averne già parlato prima. Non possiamo sbarazzarci dei polimeri, ne abbiamo bisogno per creare prodotti democratici, ma se i polimeri vengono recuperati dall’oceano e dai rifiuti e riciclati al 100%, o se utilizziamo polimeri biodegradabili, allora possiamo avere un pianeta sostenibile. Ogni giorno c’è una nuova svolta nel nostro pianeta globale della plastica. Ieri ho letto che esistono super vermi che si nutrono di polistirolo, quindi questo potrebbe rilevarsi un enorme vantaggio per gestire i rifiuti di plastica che abbiamo nel mondo.

 

 

Chi è Karim Rashid

Visionario e prolifico, Karim Rashid è una delle voci più originali del design contemporaneo. Con oltre 4000 progetti in produzione, oltre 300 premi ricevuti e il lavoro con clienti in oltre 40 paesi, la capacità di Karim di trascendere le categorie continua a renderlo una forza tra i designer della sua generazione. I suoi design pluripremiati includono oggetti democratici come l’onnipresente bidone della spazzatura Garbo e Oh!Chair per Umbra, interni per il ristorante Morimoto, gli hotel Philadelphia e Semiramis ad Atene, le mostre per Corian e Pepsi. Karim ha collaborato con i clienti per creare il design democratico per Method e Dirt Devil, mobili per Artemide e Magis, brand identity per Citibank e Hyundai, prodotti high-tech per LaCie e Samsung e beni di lusso per Veuve Clicquot e Swarovski, solo per citarne alcuni. Il lavoro di Karim è presente in 20 collezioni permanenti ed espone opere d’arte in gallerie di tutto il mondo. Karim ha vinto più volte il premio Red Dot, il Chicago Athenaeum Good Design award, il premio Interior Design Best of Year e l’IDSA Industrial Design Excellence Award. Karim è un spesso docente ospite in università e conferenze, diffondendo a livello globale l’importanza del design nella vita di tutti i giorni.

 

a cura di Paolo Spinelli