Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto ieri un accordo provvisorio cruciale sulla revisione del quadro di progettazione ecocompatibile – ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation). Questo accordo segna un significativo progresso verso l’adozione di norme più stringenti per i prodotti sostenibili, mirando a migliorare il ciclo di vita dei prodotti e a promuovere un approccio più ecologico nell’industria.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato un aggiornamento del regolamento sulla “progettazione ecocompatibile”. Questo regolamento mira a migliorare vari aspetti dei prodotti durante il loro ciclo di vita, rendendoli più durevoli, affidabili e sostenibili. Gli obiettivi includono la facilitazione del riutilizzo, l’aggiornamento, la riparazione e il riciclo dei prodotti, nonché la riduzione del consumo di risorse, energia e acqua. La Commissione definirà i requisiti specifici dei prodotti attraverso la legislazione secondaria.
Un aspetto rilevante dell’accordo riguarda la lotta all’obsolescenza precoce, un problema che influisce sulla durata e le prestazioni dei prodotti. Le specifiche per l’ecodesign affronteranno anche le pratiche associate all’obsolescenza precoce, come la mancanza di parti di ricambio e gli ostacoli alla riparabilità.
Su iniziativa del Parlamento, è stata stabilita la priorità per alcuni gruppi di prodotti nel piano di lavoro iniziale della Commissione. Tra questi prodotti prioritari figurano ferro, acciaio, alluminio, tessuti, mobili, pneumatici, detergenti, vernici, lubrificanti e prodotti chimici. Questa mossa strategica mira a concentrare gli sforzi su settori chiave per massimizzare attraverso l’ecodesign l’impatto positivo sull’ambiente.
Un’innovazione interessante è l’introduzione dei “passaporti di prodotto” digitali. Questi conterranno informazioni precise e aggiornate, consentendo ai consumatori di effettuare scelte d’acquisto consapevoli. La Commissione gestirà un portale web pubblico per agevolare la ricerca e il confronto delle informazioni nei passaporti dei prodotti.
Inoltre, l’accordo include misure contro la distruzione dei prodotti invenduti. Gli operatori economici dovranno comunicare annualmente le quantità di prodotti scartati e le relative motivazioni. La distruzione di abbigliamento, accessori di abbigliamento e calzature invenduti sarà vietata due anni dopo l’entrata in vigore della legge, con un periodo di sei anni per le medie imprese. La Commissione potrebbe estendere questo divieto ad altre categorie di prodotti in futuro.
Alessandra Moretti, relatrice del Parlamento, ha dichiarato: “È ora di porre fine al modello ‘prendi, produci, smaltisci’. I nuovi prodotti saranno progettati per beneficiare di tutti, rispettare il nostro pianeta e proteggere l’ambiente. I consumatori avranno l’opportunità di fare scelte più intelligenti quando acquistano, risparmiando energia e favorendo la riparabilità. Il divieto di distruggere tessuti e calzature invenduti cambierà il modo in cui i produttori di fast fashion operano.”
L’accordo dovrà ora essere formalmente approvato dal Parlamento e dal Consiglio prima di entrare in vigore. Questo passo avanti rappresenta un significativo impegno dell’UE verso un’economia più circolare e sostenibile, sottolineando l’importanza di proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.
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