Glossario

Film plastici: impieghi e mercato

I film plastici sono pellicole prodotte mediante estrusione utilizzando materiali polimerici, rivolti a impieghi nel settore dell’imballaggio e di altri usi tecnici come agricoltura, edilizia, rivestimenti in genere ecc.

I polimeri utilizzati per la produzione di film plastici

Tra le varie tipologie di polimeri utilizzati per la produzione di film, il polietilene fa la parte del leone, con un’incidenza del 73,5% sui consumi totali (considerando anche gli strati di coestrusi); segue il polipropilene con un altro 11% circa (sempre considerando anche gli strati di coestrusi).

Gli impieghi dei film plastici

Gli impieghi dei film plastici sono più numerosi di quanto si possa immaginare, spesso costituiti anche da “nicchie di mercato”, ma ad elevato valore aggiunto. Si fornisce di seguito un elenco esemplificativo delle varie possibilità di applicazioni:

  • imballaggio: è il settore più consistente e tradizionale: rappresenta circa il 64% dei consumi totali di film plastici: oltre un terzo dei film plastici usati nell’imballaggio è per imballaggio alimentare;
  • usi tecnici diversi dall’imballaggio:
  • edilizia: film di protezione per superfici e tetti (in PVC), membrane di impermeabilizzazione di coperture, teli in PVC per il contenimento di calce, grassello, sabbia, ecc;
  • agricoltura: teloni di copertura in genere (es. film per la copertura di serre e tunnel termici e non, film per vigneti), film per insilati, film barriera per disinfestazione e solarizzazione, ecc. L’evoluzione nel settore dell’orto-floro-vivaismo è stata particolarmente evidente nel corso degli ultimi anni e ha portato all’introduzione di tipologie innovative di film plastici aventi particolari proprietà meccaniche, ottiche, radiometriche, fotometriche e di resistenza agli agenti atmosferici: calore e, in particolare, raggi UV. La resistenza ai raggi UV è ottenuta mediante quattro tipologie di additivi principali: il benzofenone, il carbon black, gli “UV quenchers” (prodotti organici del nickel che neutralizzano, all’interno della massa polimerica, i punti “eccitati” dall’effetto della luce, evitando in tal modo il propagarsi dell’effetto di degradazione), le ammine stericamente inibite (HALS). Tra queste ultime un ulteriore sviluppo è rappresentato dalle alcossi – ammine stericamente inibite a bassa basicità che conferiscono ai film per agricoltura la proprietà di essere meno interattivi coi derivati di fitofarmaci e pesticidi (idonee in particolare per film di polietilene: LDPE, LLDPE, EVA, EBA).

Nella moderna serricoltura i film a base di copolimeri EVA sono particolarmente idonei per colture che abbisognano di particolare intensità della luce solare, anche in periodi stagionali critici per la bassa insolazione, consentendo così anche raccolti precoci. Il copolimero EVA permette il passaggio di una grande quantità di luce e, allo stesso tempo realizza un’efficace barriera alla radiazione solare riscaldante (IR corto) e alla radiazione che viene emanata dallo stesso terreno e dalle piante dopo averla ricevuta.

Un altro impiego interessante dei film plastici in agricoltura è nella pacciamatura, antica pratica agricola che consiste nel rivestire con film plastico la base delle colture allo scopo di eliminare la crescita di infestanti togliendo loro luce e aria e, al contempo, di proteggere la base della pianta contro l’azione battente dell’acqua piovana, contro l’aggressione del gelo in inverno, ma anche contro il calore in estate, creando un microclima umido che riduce drasticamente l’evaporazione, evitando così che le colture soffrano per siccità. Il problema della pacciamatura è che, una volta terminata la raccolta, bisogna eliminare il film plastico dal terreno, operazione che richiede tempo e danaro, oltre alla necessità di smaltire il film plastico; per questo, come concorrenti del classico film di politene, si sono già affermati polimeri biodegradabili, quali i film a base di amido termoplastico o a base di cellulosa. Come concorrenti alla pacciamatura in senso classico si sono poi sperimentate altre tecniche, che si possono far rientrare tra le biotecnologie, quali, per esempio, l’uso di vernice spray biodegradabile ottenuta da buccia di pomodoro;

  • usi medicali: sacche per trasfusioni in PVC, sacche per dialisi, sacche per trasporto sangue, tende ossigeno, sacche per nutrizione parenterale, sacchi di plastica termoresistenti per biancheria di ospedale contaminata, ecc;
  • arredamento: es. tovaglie e tendaggi in PVC;
  • impieghi high tech: comprendono impieghi con piccoli volumi, ma che usano resine ad alte prestazioni, quali i polimeri fluorurati o certi tipi di poliesteri, o anche altri tipi di resine che sono sottoposte a trattamenti particolari che conferiscono loro particolari caratteristiche (di resistenza termica, ai raggi UV, agli agenti atmosferici, di stampa e colore / luminosità, ecc). Alcuni esempi:
    • condensatori elettrici a pellicola di poliestere PPS (polifenilensolfuro) metallizzato;
    • nastri per elettronica: es. nastri magnetici, nastri audio e video (generalmente in PET);
    • ricoperture di grossi centri sportivi (es. water cube) in ETFE (copolimero di tetrafluoroetilene ed etilene);
    • pellicole distaccanti in FEP (etilenpropilene fluorurato) o ETFE utilizzabili in un’ampia gamma di temperature, con possibilità di adattamento anche a superfici di forma complessa;
    • film in ETFE per il rivestimento di pareti o anche per serre speciali che debbano avere elevata permeabilità alla luce, elevatissime resistenze a raggi UV e infrarossi, alla corrosione e ad agenti atmosferici, alle temperature;
    • nastri in PVDF (polivinilidenfluoruro) con eccezionali caratteristiche di resistenza agli agenti chimici;
    • film in resina fluorurata per il rivestimento di stratificati per circuiti elettrici, parti interne di aerei;
    • film in PVC che si presti ad essere stampato per striscioni stradali, campagne elettorali o altre applicazioni a durata limitata nel tempo;
    • film in poliestere stampato e successivamente laminato con altri materiali per borsette e marsupi;
    • film metallizzato (es. in BOPP) per usi decorativi;
    • film in PVC olografico: grazie alla sua buona stampabilità il film in PVC olografico si presta ad essere utilizzato per decorazioni natalizie, etichette pubblicitarie, poster, articoli di cartoleria pregiata;
    • film vinilici higher grade per insegne pubblicitarie che debbano avere una durata nel tempo superiore a quella delle vernici;
    • film per una completa protezione di finestre e porte in genere che possano essere oggetto di atti di vandalismo;
    • film che debbano essere applicati su una superficie di vetro per evidenziare la scritta da un solo lato: sono in genere a base di substrato vinilico higher – grade che viene poi spalmato con adesivo acrilico;
    • altri vari: si tratta sempre di nicchie di mercato es., nastri adesivi, teloni per copertura auto, ricopertura di tecnigrafi, nastri trasportatori, ecc. Nei nastri adesivi il film plastico è il tipo di supporto più usato: la parte del leone la fa il polipropilene (mono orientato, bi orientato, non orientato) che ha sostituito in gran parte il PVC; altri tipi di polimeri usati sono il poliestere (PET), il polietilene ad alta e a bassa densità, le poliimmidi, il PTFE, il policarbonato, l’etilene vinil acetato, ecc.

Il mercato dei film plastici

Il mercato dei film plastici è stato valutato a 183,46 miliardi di dollari nel 2020 e dovrebbe raggiungere i 220,25 miliardi entro il 2026, con un CAGR del 3% nel periodo di previsione 2021-2026.