La tecnologia Fimic, conosciuta nel mercato da anni per la sua capacità di gestire materiali molto contaminati con filtrazioni da stampaggio (perché la richiesta del mercato era fino a pochi anni fa per queste applicazioni) ha recepito da lungo tempo il progressivo spostamento verso l’esigenza di ulteriore raffinazione delle plastiche destinate al riciclo. Il filtro autopulente RAS, usando il filtro forato laser con filtrazione fino agli 80 micron, non solo permette di rigenerare materiali anche molto contaminati in autonomia e con continuità senza dover ricorrere ad un operatore, ma garantisce anche un materiale non solo molto pulito, ma anche integro per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche e di resistenza. I riciclatori che hanno scelto la soluzione Fimic laser per la filtrazione in continuo riferiscono infatti l’ottenimento di un materiale con ottime caratteristiche di flessibilità e pulizia.
Perché Fimic
Le ragioni per cui questo sia possibile sono varie. Uno degli elementi più evidenti è che il concetto base del filtro Fimic RAS si basa sull’utilizzo di un’ampia area filtrante. I modelli della gamma Fimic si distinguono per l’aumento progressivo del diametro del filtro, a cui corrisponde un incremento della capacità produttiva (il modello più grande, il RAS700 sviluppa un’area filtrante di circa 3900 cm2). Questa importante caratteristica, fra l’altro, distingue il filtro fimic dai competitors presenti nel mercato, che di media, ricorrono alla duplicazione delle camere filtranti e alla conseguente duplicazione di tutti i possibili ricambi coinvolti, con un aumento di spese direttamente proporzionale all’aumento di produzione. Il filtro fimic RAS, invece, utilizzando un solo filtro ma di diametro più grande, garantisce un abbassamento percentuale dell’impatto dei costi all’aumento della produzione. Infatti, l’aumento del costo dei filtri è in percentuale minore dell’aumento della produttività.
I materiali che si possono riciclare con Fimic
Contrariamente a quanto si crede, è possibile lavorare e trasformare in materiale adatto ad applicazioni film scarti con vari livelli di contaminazione, non solo materiali prelavati. Il caso tipico è il materiale da post commerciale, come gli scarti degli imballaggi dei pallets o degli imballaggi nel settore dell’abbigliamento. Questo tipo di materiale è relativamente contaminato perché, a differenza del post consumo da raccolta differenziata, il suo livello di contaminazione è sicuramente al di sotto del 5%. E’ anche un materiale molto appetibile perché costituito al 99% da LDPE e LLDPE, con bassissime tracce di altri tipi di plastica. Con la tecnologia laser di Fimic, la contaminazione, soprattutto composta dalle etichette di carta, non rappresenta assolutamente un problema.
Il raschiatore raccoglie con continuità la contaminazione all’interno della sua cavità, per scaricarla automaticamente dopo un lasso di tempo predeterminato. In questo modo la carta non rimane mai all’interno della camera filtrante più di qualche secondo. Sappiamo bene come la contaminazione di carta, oltre ad essere volumetricamente abbondante, porti con sé non solo potenziale umidità ma soprattutto un alto carico di inchiostri, che, se lasciati ad alta temperatura troppo a lungo, creano gas che possono portare a granuli gonfi e di bassa qualità. Il processo Fimic combinato con il filtro laser (che sia 80, 100, 120 o 150 micron) riesce a gestire il materiale e la contaminazione in maniera molto efficiente, garantendo un granulo ottimo con scarti assolutamente in linea con il livello di contaminazione.
Tutto questo con il minimo scarto : nel filtro autopulente Fimic lo scarto può essere determinato con molta precisione, soprattutto perché la valvola di scarico non scarica in continuo ma su base temporale e per un periodo pari a pochissimi secondi, non alterando in alcun modo la forma dei pellets.
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