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Greenpeace denuncia l’Italia per la Direttiva SUP

Secondo le organizzazioni ambientaliste, la possibilità data dalla legge di italiana di utilizzare le plastiche biodegradabili e compostabili in sostituzione di quelle tradizionali non è una soluzione ammessa dalla direttiva europea.

Le associazioni ambientaliste Greenpeace, ClienthEarth, ECOS e Rethink Plastic Alliance hanno presentato un reclamo all’Unione europea contro la legge italiana che recepisce la Direttiva SUP sulle plastiche monouso.

Il motivo della denuncia è la possibilità data dalla legge di italiana di utilizzare le plastiche biodegradabili e compostabili in sostituzione di quelle tradizionali: una soluzione non ammessa dalla direttiva europea. La norma italiana risulta quindi passibile di infrazione.

“La plastica biodegradabile e compostabile – spiega Greenpeace in una nota – viene pubblicizzata dal marketing come la soluzione all’inquinamento da plastica, ma la verità è che la cosiddetta ‘bioplastica’ si decompone solo in specifiche condizioni di temperatura, umidità e presenza di microrganismi che di solito non sono presenti nell’ambiente naturale”.

Da sottolineare la spaccatura che emerge tra le associazioni ambientaliste. Il mese scorso, Legambiente era infatti intervenuta a supporto della deroga a favore delle bioplastiche e del modello italiano.

Greenpeace e le altre organizzazioni ambientaliste affermano di aver inviato una lettera al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, per informarlo del possibile procedimento di infrazione, ma senza aver ricevuto risposta.

Conclude la nota, “Se quanto stabilito dal parlamento verrà confermato dal Governo Draghi e dal ministro Cingolani danneggeremo due volte il Paese: il nostro sistema industriale resterà ancorato a logiche che appartengono al passato e fatalmente subiremo una procedura d’infrazione, con danni economici a carico della collettività”.