Il forte aumento dei costi dell’energia mette a rischio le aziende che riciclano materie plastiche. L’allarme proviene da Assorimap, l’associazione che riunisce le imprese che riciclano materiali polimerici: “Abbiamo sospeso il 40% delle attività, perché i costi dell’energia non sono più sostenibili”.
L’aumento, da giugno ad agosto, è quantificabile al 440%. Come conseguenza, alcuni impianti sono già chiusi, mentre altri sono rimasti operativi soltanto alcuni giorni della settimana.
Assorimap chiede interventi immediati al governo e alle forze politiche in campagna elettorale: il rischio è la chiusura delle aziende che genererebbe un cortocircuito del sistema di recupero dei rifiuti plastici e un enorme gap di competitività su scala internazionale. In pericolo, a causa della fluttuazione dei prezzi dell’energia, anche la programmazione delle attività.
Le imprese rappresentate da Assorimap producono ogni anno mediante riciclo meccanico 800 mila tonnellate di materia prima secondaria. Per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio e 3.000 kWh di energia elettrica e si riducono le emissioni di CO2 di 1,4 di tonnellate equivalenti di petrolio.
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