In una nota congiunta firmata da Federazione Gomma Plastica, Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec, imprese e sindacati ribadiscono la contrarietà all’introduzione della Plastic Tax.
“L’imposta rimane fissata a 0,50 € al chilo: una somma comunque esorbitante se si considera che le più comuni materie plastiche ne costano 0,80 – afferma la nota – Invariato anche l’impianto fiscale: un’imposta di consumo, di complicata gestione, gravata da un sistema sanzionatorio rischiosissimo (fino a 10 volte l’imposta non versata) e incontrollabile per eventuali esenzioni (mancano i più elementari criteri di verifica). L’allarme tra le 3.000 imprese del settore e i loro 50.000 lavoratori rimane altissimo”.
Le conseguenze del provvedimento sono già percepibili. Prosegue infatti la nota: “dal 15 ottobre scorso, quando il Governo ha annunciato la misura, i rapporti con il mercato e con il sistema creditizio si sono irrigiditi: blocco degli ordini, stop agli investimenti e fortissimo rischio credito per imprese e gli investitori. È evidente che non si tratta di microtassa, come si è dato ad intendere, né di tassa etica dato che le materie plastiche hanno un bilancio ambientale ben più favorevole di quello di altri materiali: men che meno si tratta di una tassa contro le multinazionali dato che colpisce migliaia di piccole e medie imprese”.
Le organizzazioni suggeriscono al Governo di stralciare questa misura dalla Legge di Bilancio e proseguire rendendo costruttivo e strutturale il dialogo con aziende e organizzazioni sindacali per assecondare i miglioramenti, già in atto, e per minimizzare l’impatto ambientale.
“Una politica veramente circolare – conclude – potrà infatti produrre effetti positivi all’industria, all’occupazione e all’ambiente. Il Paese e questa industria hanno urgente necessità di politiche incentivanti e di impianti di recupero e riciclo degni di tal nome e non di altre tasse che avrebbero come unico effetto un ulteriore caduta dei consumi interni e del PIL”.
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