
L’industria delle materie plastiche statunitense lancia nuovamente l’allarme sui potenziali effetti negativi dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump verso Canada, Messico e Cina. In una nota ufficiale, Matt Seaholm, presidente e CEO di Plastics, l’associazione che riunisce le industrie americane del settore, ha espresso preoccupazione per l’impatto delle tariffe sul settore manifatturiero e sull’occupazione.
“Comprendiamo l’importanza della sicurezza nazionale e della lotta al traffico illecito di droga, ma questi dazi rischiano di danneggiare la competitività dell’industria americana, aumentando i costi e ostacolando le forniture di materiali essenziali,” ha dichiarato Seaholm.
L’industria delle materie plastiche rappresenta un pilastro dell’economia statunitense, con esportazioni che nel 2023 hanno raggiunto i 74,2 miliardi di dollari, superando le importazioni e generando un surplus commerciale di 958 milioni di dollari. Tuttavia, l’introduzione di nuovi dazi sui principali partner commerciali potrebbe mettere a rischio questo equilibrio, compromettendo la crescita e l’innovazione del settore.
Seaholm ha sottolineato come le restrizioni sui flussi di macchinari, prodotti e materie prime possano avere ripercussioni dirette su comparti strategici come quello sanitario, dei beni di consumo e dell’automotive. “Una politica commerciale efficace deve proteggere la manifattura americana senza destabilizzare le catene di approvvigionamento,” ha aggiunto.
Plastics invita quindi l’amministrazione Trump a rivedere l’approccio sui dazi e a promuovere politiche commerciali che rafforzino la competitività del settore, evitando misure che potrebbero frenare l’economia e l’innovazione industriale negli Stati Uniti.
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