Tanti visitatori, tanti espositori, tanta tecnologia. Tutto questo in una sola fiera: il K 2016 di Düsseldorf. Senza dimenticare l’aspetto umano.
La partenza è stata alla grande, anzi alla grandissima. In alcuni momenti della giornata, nei corridoi della fiera non si riusciva quasi più a camminare: oltre 70 mila presenze solo nei primi due giorni. L’edizione 2016 del K di Düsseldorf ha ribadito la centralità del ruolo della fiera tedesca nel panorama internazionale delle materie plastiche.
Ma i numeri da soli non bastano a descrivere quanto è stato possibile percepire passeggiando tra gli stand e conversando con gli espositori e i visitatori che hanno espresso, nella quasi totalità dei casi, giudizi con sfumature comprese fra la soddisfazione e l’entusiasmo.
Il settore ha manifestato tutta la sua vivacità e un ottimo stato di salute, trainato da mercati in forte ripresa a livello mondiale come quello dell’auto e dell’imballaggio. A determinare questo risultato sono soprattutto due fattori: la voglia di investire degli operatori e l’ormai completa globalizzazione del settore.
Quantità ma anche qualità. I visitatori hanno portato in fiera i loro investimenti e i loro progetti e li hanno confrontati con l’offerta degli espositori. Basi concrete su cui costruire il lavoro dei prossimi anni. A questo dialogo non esistono ormai più confini: chi vuole investire prende in esame le tecnologie e i materiali provenienti da tutto il mondo, alla ricerca della soluzione migliore, sotto diversi profili: economia, livello tecnico, servizio e altro ancora. Quando un fornitore presenta un nuovo prodotto, si rivolge a tutto il mercato mondiale: per questo una piattaforma come la più importante fiera del settore rimane indispensabile.
Questo vale per tutti i segmenti in cui è suddivisa l’industria delle materie plastiche, ansiosi di mostrare il meglio della propria tecnologia, spesso in stand molto curati e altrettanto spesso con macchinari e attrezzature “in funzione”, in modo da far apprezzare al meglio la qualità della produzione e l’efficienza del processo.
In mezzo a tanta tecnologia, il fattore umano, paradossalmente, ma forse no, rimane l’elemento fondamentale: viaggi aerei di migliaia di chilometri e interminabili camminate nei padiglioni espositivi sono i due estremi del comportamento di migliaia di persone motivate da ragioni profonde: voglia di progredire, passione per il nuovo, capacità di creare benessere per se stessi e per gli altri. Una dimensione umana che non solo non si cancella ma che riafferma la sua forza.
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