Tecnologia di processo delle materie plastiche più diffusa, lo stampaggio a iniezione in Europa sta attraversando una fase di ripresa. Non mancano tuttavia elementi di difficoltà, a causa soprattutto della natura frammentaria del comparto, della forte competizione e dello spostamento della clientela di riferimento.
In base a un nuovo studio condotto da Applied Market Information (AMI Consulting), società specializzata in ricerche di mercato, l’industria europea dello stampaggio a iniezione torna a crescere una volta che la maggior parte dei mercati del continente si è ripresa dalla crisi che li aveva colpiti più di un decennio fa. Nel 2018, il valore industriale generato dai polimeri vergini ha superato gli 85 miliardi di euro, evidenziando una crescita media annua del 3% a partire dal 2007, trainata dalla domanda sempre più forte di materie plastiche e da nuove opportunità a valore aggiunto, nonché dall’aumento dei prezzi dei polimeri. Il settore, inoltre, si avvale sempre più spesso di materie prime riciclate, le quali nel 2018 hanno raggiunto l’8% del valore totale del settore.
La versatilità del processo di stampaggio a iniezione si presta a soddisfare le esigenze di un mercato alquanto diversificato, in cui a trainare la domanda, in termini di volumi, sono i settori packaging, automotive ed elettronico. Ciascun mercato è caratterizzato da sfide e opportunità differenti: questo perlopiù perché l’industria delle materie plastiche, insieme alle aree di applicazione a cui essa si rivolge, sono soggette a controlli sempre più rigidi sotto il punto di vista della sostenibilità ambientale. Dal precedente rapporto sul settore, stilato da AMI Consulting nel 2014, tutti i principali segmenti di mercato hanno evidenziato un’espansione, primo fra tutti il packaging, che ha sperimentato la crescita maggiore, mentre l’automotive ha attraversato una fase di ascesa più costante nel corso degli ultimi 4 anni. La domanda complessiva di manufatti stampati a iniezione è aumentata mediamente dell’1,6% annuo in relazione ai polimeri vergini, che nel 2018 sono arrivati a superare i 12 milioni di tonnellate.
Ottomila aziende
Lo stampaggio a iniezione rappresenta il comparto più frammentato dell’industria delle materie plastiche, con almeno 8.000 operatori in Europa. Queste aziende vanno dal piccolo stampatore con un’unica unità operativa (oltre il 90%) alla multinazionale con svariati stabilimenti sparsi in tutto il continente. Il settore continua ad attirare investimenti di private equity, e alcune società sono persino quotate in Borsa, ma per il 95% circa si tratta di attività a gestione familiare. La globalizzazione della clientela, inoltre, risveglia l’interesse anche di investitori extra-europei, in particolare a beneficio degli OEM di automotive ed elettronica che hanno investito in quest’area.
Tuttavia, la natura frammentaria dell’industria dello stampaggio a iniezione e la moltitudine di mercati ai quali si rivolge genera un ambiente di forte competitività tra gli operatori, con vincitori e sconfitti. Dal 2014, il numero complessivo di stabilimenti di stampaggio a iniezione in Europa è diminuito, nonostante i sostanziosi investimenti operati nella costruzione di nuovi impianti produttivi in Europa centrale. A determinare il fallimento o il consolidamento delle singole aziende è principalmente lo spostamento della clientela di riferimento all’interno del continente europeo, la sua uscita dall’area, o il suo declino in Europa a causa della concorrenza interregionale o del progresso tecnologico. In questo contesto, si può affermare che molti operatori del settore stiano, in effetti, lottando per la sopravvivenza.
Prodotto proprio o conto terzi
Il 17% circa degli stabilimenti di stampaggio di questo settore producono manufatti immessi direttamente sul mercato dall’azienda di appartenenza o con il proprio marchio, ed è questa la categoria che, probabilmente, riesce a controllare meglio il proprio destino; per la maggior parte, tuttavia, si tratta di stampatori conto terzi, il cui successo dipende dalla tipologia di prodotto su cui scelgono di concentrare la propria attività e sulla base di clienti che riescono a costruirsi. Molti di essi puntano a differenziarsi specializzandosi su un singolo mercato, mentre altri mettono le loro capacità al servizio di clienti attivi in diversi comparti. Il rapporto identifica le poche centinaia di stampatori che arrivano a processare più di 10.000 tonnellate di polimeri all’anno, e analizza coloro che superano le 15.000 tonnellate nel contesto dei mercati ai quali si rivolgono. Insieme, queste aziende rappresentano il 58% circa del volume complessivo di polimero vergine processato mediante stampaggio a iniezione.
Domanda di polimeri stampati a iniezione, in base all’applicazione finale 2018
Impianti di stampaggio a iniezione in relazione al paese di origine del titolare 2018
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