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Macchine italiane per plastica: in calo produzione ed export

Secondo il preconsuntivo 2024 elaborato dal Centro Studi Amaplast-MECS, la produzione italiana di macchine per plastica e gomma segna un calo di circa il 9%, con un valore stimato a 4,35 miliardi di euro. Anche le esportazioni, da sempre il motore del comparto, registrano una flessione, fermandosi a 3,25 miliardi di euro. Le importazioni, dal canto loro, mostrano una contrazione ancora più significativa (-15%) a causa della debolezza della domanda interna.

Domanda interna debole 

Il rallentamento del mercato interno, già previsto dopo il rimbalzo post-pandemico del 2021-2023, è stato aggravato dai ritardi nell’implementazione del piano Transizione 5.0 e dal rallentamento dell’automotive, un settore chiave che sta penalizzando mercati strategici come quello tedesco. Le complessità economiche e geopolitiche hanno inoltre influenzato destinazioni internazionali, riducendo le esportazioni verso l’Europa (-5%) e la CSI, con un crollo in Russia a favore dei concorrenti cinesi.

Tendenze regionali

Nonostante il quadro complessivo negativo, ci sono segnali di crescita in mercati specifici. Il Far East ha registrato un aumento delle forniture, con la Cina in testa, seguita da India, Thailandia e Indonesia. In crescita anche le esportazioni verso Turchia, Regno Unito e Medio Oriente, mentre il sub-Sahara ha visto un raddoppio delle forniture, con performance particolarmente positive in Sudafrica, Camerun e Angola.

Le Americhe mostrano un andamento altalenante, ma il Messico si conferma un mercato strategico, tanto da portare alla creazione di un nuovo desk promozionale con Ucimu. Al contrario, l’Africa mediterranea ha mostrato un calo generalizzato, ad eccezione del Marocco.

Macchine per plastica: previsioni per il 2025

“Per il 2025 prevediamo un modesto rimbalzo, con un ritorno al segno positivo degli indicatori principali di settore, attorno all’1-2% – ha dichiarato Massimo Margaglione, presidente di Amaplast. – Molto dipenderà dalla concreta attuazione delle misure di Transizione 5.0 e dall’adozione di soluzioni per la sostenibilità e il risparmio energetico nei processi produttivi. Un quadro più chiaro si potrà delineare solo nei primi mesi del nuovo anno.”