Un recente studio intitolato “Transforming PET Packaging and Textiles in the United States”, pubblicato da Systemiq con il supporto di Closed Loop Partners, Eunomia e The Recycling Partnership, delinea una roadmap ambiziosa per trasformare il settore statunitense degli imballaggi in PET e dei tessili in poliestere. L’obiettivo? Passare dal modello lineare attuale a sistemi circolari, a basse emissioni e ridotto impatto sui rifiuti entro il 2040.
Il contesto normativo
Lo studio arriva in un momento cruciale, con nuove politiche in atto, come il Responsible Textile Recovery Act of 2024 della California e l’Executive Order sull’azione federale contro l’inquinamento da plastica. Inoltre, cinque stati (California, Colorado, Maine, Minnesota e Oregon) hanno già adottato leggi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) sugli imballaggi, mentre altri dieci stanno valutando iniziative simili.
La sfida del PET e del poliestere
Materiali onnipresenti come bottiglie per bevande, vassoi alimentari, abbigliamento e tappeti sono realizzati con polietilene tereftalato (PET), una molecola condivisa tra imballaggi e tessili. Attualmente, negli Stati Uniti si consumano oltre 100 miliardi di bottiglie in PET e 10 miliardi di capi in poliestere ogni anno. Se le tendenze attuali continuassero, entro il 2040 il consumo di questi materiali aumenterebbe del 50%, generando 13 milioni di tonnellate di rifiuti annuali e triplicando le emissioni di gas serra (GHG) rispetto agli obiettivi di riduzione fissati.
Soluzioni circolari per PET e poliestere: opportunità e benefici
Lo studio evidenzia che approcci basati sull’economia circolare potrebbero rivoluzionare il settore, combinando riduzione dell’uso di materiali, riutilizzo degli imballaggi e rivendita dei tessili con tecnologie di riciclo avanzate. In particolare, il riciclo mediante depolimerizzazione, complementare al riciclo meccanico, permetterebbe di recuperare materiali di qualità vergine da tessili e imballaggi difficili da riciclare, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.
I benefici attesi entro il 2040 includono:
- Aumento del tasso di riciclo: 70% per gli imballaggi in PET (oggi al 23%) e 19% per i tessili in poliestere (oggi all’1%).
- Riduzione del consumo di PET vergine: dimezzamento dei rifiuti destinati a discarica o incenerimento.
- Taglio delle emissioni di GHG: riduzione del 60% per gli imballaggi.
- Impatto economico positivo: creazione di 46.000 nuovi posti di lavoro e 4,9 miliardi di dollari l’anno di entrate aggiuntive per il settore del riciclo.
L’appello agli stakeholder
Il rapporto invita a un’azione congiunta e tempestiva:
- Policymakers: implementare leggi EPR efficaci, incentivare la progettazione per la circolarità e investire in infrastrutture locali per il riciclo.
- Industria: ridurre il consumo superfluo, progettare prodotti riutilizzabili, ampliare la raccolta di tessili e incrementare l’uso di PET riciclato di provenienza domestica.
- Investitori: supportare tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale per la selezione dei rifiuti e la depolimerizzazione.
Kate Daly, Managing Partner di Closed Loop Partners, sottolinea: “Collaborare lungo tutta la filiera è fondamentale per abbandonare il modello take-make-waste e recuperare valore da materiali preziosi.”
Brad Lich di Eastman aggiunge: “Questa trasformazione non solo ridurrà l’impatto ambientale, ma creerà occupazione e nuove opportunità economiche.”
Lo studio, sviluppato con il contributo di un gruppo direttivo indipendente di oltre 15 rappresentanti del settore, dimostra che una transizione circolare è non solo possibile, ma essenziale per il futuro.
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