La Chemical Recycling Europe (CRE), l’associazione che rappresenta i fornitori di tecnologie per il riciclo chimico delle materie plastiche, lancia l’allarme sull’interpretazione errata dei fatti e delle prove scientifiche sulla pirolisi presenti nel recente rapporto di Zero Waste Europe, “Leaky loop ‘recycling’”, pubblicato il 26 ottobre.
La pirolisi rappresenta uno dei principali processi di riciclo chimico delle plastiche in Europa e nel mondo, con investimenti e capacità in costante crescita. CRE sostiene che la pirolisi è il processo più avanzato, con una capacità installata totale prevista di 1,7 milioni di tonnellate entro il 2028 in Europa.
La situazione attuale della pirolisi
La capacità di pirolisi si concentra sul trattamento di rifiuti plastici misti che non possono essere meccanicamente riciclati, producendo materiale riciclato adatto al contatto alimentare, essenziale per raggiungere gli obiettivi obbligatori di contenuto riciclato della plastica. Attualmente, non esiste in Europa alcun processo di riciclo autorizzato che possa produrre contenuti riciclati adatti al contatto alimentare per le poliolefine su larga scala.
Reazione alla critica del rapporto
CRE sostiene che il rapporto di Zero Waste Europe misconosca i fatti scientifici, focalizzandosi su un insieme ristretto di prove inconcludenti per offuscare la realtà. Contrariamente a quanto affermato nel rapporto, le tecnologie di riciclo chimico non mirano a sostituire la necessità di ridurre la generazione di rifiuti plastici e favorire il riutilizzo, entrambi elementi fondamentali nella gerarchia dei rifiuti dell’UE insieme al riciclo. CRE abbraccia appieno la gerarchia dei rifiuti, sottolineando che riduzione e riutilizzo sono essenziali accanto al riciclo attraverso diverse tecnologie, compresa la pirolisi, per affrontare il problema dell’inquinamento da rifiuti plastici.
Varietà dei processi di pirolisi
Il processo di pirolisi ha molteplici applicazioni e può trattare diversi flussi di rifiuti, ciascuno con specifiche diverse. La diversità dei processi e delle configurazioni delle pirolisi non viene adeguatamente considerata nel rapporto, portando a conclusioni non contestualizzate sulla qualità dell’olio di pirolisi. CRE sottolinea che esistono diverse configurazioni di processo e impianti, ciascuno producente gradi di olio di pirolisi con caratteristiche diverse.
Incentivi e necessità
Gli incentivi per le tecnologie di pirolisi sono molteplici e sempre più chiari, inclusa la capacità di trattare rifiuti plastici attualmente non riciclabili. Il caso economico si è rafforzato con l’avanzamento tecnologico, i rifiuti plastici meglio separati e meno contaminati grazie all’evoluzione della raccolta e della selezione nel tempo.
Cambiare il paradigma
Il rapporto fa riferimento a diversi problemi politici e tecnici utilizzando argomentazioni fuorvianti. CRE affronta alcune di queste questioni, sottolineando le regole ben stabilite sulla classificazione dei rifiuti in prodotti e incoraggiando l’armonizzazione delle legislazioni nazionali sull’uscita dai rifiuti a livello europeo.
Chemical Recycling Europe respinge energicamente il recente rapporto di Zero Waste Europe sulla pirolisi, sottolineando un’interpretazione distorta dei fatti. La pirolisi, come processo vitale di riciclo chimico, sta avanzando costantemente a livello globale per integrare gli sforzi attuali di riciclo. CRE invita gli attori del settore a considerare una comprensione più sfumata della pirolisi, sottolineando il suo ruolo fondamentale in un approccio olistico alla circolarità della plastica. L’evoluzione delle tecnologie di riciclo e la dinamica di mercato dovrebbero essere prese in considerazione per una prospettiva più informata.
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