Il Governo ha deciso di sospendere anche per il 2023 l’entrata in vigore della Plastic Tax. Per ora è solo un rinvio: l’abolizione definitiva è in programma per l’anno prossimo. Si tratta infatti – spiegano a Palazzo Chigi – di rispettare i saldi tendenziali della tassa nell’ambito della legge di bilancio.
La messa in conto del gettito di questa imposta che, insieme a quello della Sugar Tax che colpisce le bevande zuccherate ammonta a circa 650 milioni di euro, rende impossibile la cancellazione immediata.
La Plastix Tax, introdotta nel 2019 dal governo Conte 2 per tassare la componente di materiale plastico non riciclato negli imballaggi, è stata da allora continuamente rinviata, anche a causa della mancata definizione delle modalità di esazione e delle difficoltà di riscossione.
Da subito l’imposta è stata fortemente osteggiata dalle associazioni dell’industria delle materie plastiche e degli imballaggi. Oggi con un comunicato Unionplast-Federazione Gomma Plastica “ringrazia il Governo per la previsione e chiede nuovamente che nel 2023 si lavori per abolizione definitiva in modo da dare alle imprese un quadro normativo stabile che permetta di programmare investimenti e assunzioni, oltre il limite temporale del rinvio di 12 mesi, incompatibile con orizzonte classico dei nuovi investimenti”.
Non sono d’accordo con l’abolizione i movimenti ambientalisti. Primo fra tutti Greenpeace – da sempre fortemente ostile alle materie plastiche – che in una nota fa sapere: “Sul rinvio della Plastic tax, il governo Meloni opera in perfetta continuità col governo Draghi. Lo abbiamo già affermato in passato e lo ribadiamo: si tratta dell’ennesimo favore concesso alle lobby fossili e all’industria della plastica monouso, a scapito di persone e Pianeta”.
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