Mancano meno di due settimane. Poi, dal 3 luglio, la Direttiva SUP (single use plastics) entrerà in vigore in tutta Europa. Da quel giorno piatti, posate, cannucce, contenitori ed altri articoli monouso in plastica e bioplastica non potranno più essere utilizzati. Un servizio speciale della Data Room del Corriere della sera di oggi, a cura di Milena Gabanelli e Domenico Affinito, fa una sintesi dell’argomento, concentrandosi soprattutto su quanto previsto dalla Direttiva europea per le bioplastiche e sull’impatto del provvedimento per l’industria italiana del settore.
Bioplastiche = plastiche
Per la Commissione Europea, infatti, le bioplastiche sono plastiche a tutti gli effetti e quindi sono sottoposte alle stesse regole dei materiali polimerici di origine petrolchimica. Un’impostazione che penalizza fortemente e soprattutto l’industria italiane delle bioplastiche, la prima in Europa con una quota di mercato del 66%, 280 aziende, 2.800 addetti e 815 milioni di fatturato.
Da sottolineare che la Direttiva SUP è datata 2019: in questi due anni la politica e le organizzazioni industriali della filiera, pure a conoscenza delle linee guida della nuova normativa, ne hanno ignorato le conseguenze, sperando in proroghe e correzioni, e hanno proceduto in ordine sparso, difendendo ciascuna il proprio segmento di specializzazione.
Cingolani: trovato l’accordo
Nei giorni scorsi il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato di aver trovato, in un incontro con il vicepresidente della Commissione europea Franz Timmermans, un accordo che sistema le cose, limitando gli effetti negativi della Direttiva SUP. In pratica, se a un bicchiere di carta verrà applicato uno strato di plastica, pari, per esempio, al 10%, esso non sarà “pesato” come tutta plastica, ma solo per questa percentuale. La decisione definitiva dell’Europa, che al momento sembra favorevole, è attesa nei prossimi giorni.
Le prossime tappe
Ma l’evoluzione delle normative europee sulle plastiche non termina il 3 luglio 2021. Dal 2024 i produttori dovranno farsi carico della raccolta e del trattamento dei contenitori per caffè, cibo da asporto ed altri articoli; entro il 2025 dovrà essere raggiunto il target del 77% di riciclo delle bottiglie in PET e il 90% entro il 2029; entro il 2026 dovranno essere sostituiti i tappi in plastica delle bottiglie per bevande. È un percorso a tappe forzate: azioni unitarie a livello politico e di organizzazioni industriali sono indispensabili per contrastare provvedimenti dannosi e ottenere risultati favorevoli per le aziende e l’occupazione.
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