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Plastics Europe: urgente un piano UE per la competitività del settore

Plastics Europe accoglie con favore il lancio del “Competitiveness Compass” dell’UE, ma lancia un campanello d’allarme: il settore delle materie plastiche, il terzo più utilizzato in Europa, rischia il declino senza un’azione mirata al recupero di competitività. L’associazione chiede alla Commissione Europea di coinvolgere istituzioni, Stati membri e stakeholder per definire un piano d’azione specifico.

“È un primo passo importante”, dichiara Virginia Janssens, managing director di Plastics Europe. “Siamo incoraggiati dal fatto che il Compass affronti questioni chiave come il costo dell’energia, la burocrazia e la necessità di attrarre investimenti, ma servono misure concrete per garantire la competitività europea rispetto ai mercati internazionali”.

La situazione è critica: secondo dati recenti, la produzione di plastica nell’UE è crollata dell’8,3% nel 2023 rispetto al 2022. La quota europea nel mercato globale è scesa dal 22% nel 2006 al 12% nel 2023, con un aumento della dipendenza dalle importazioni di materie plastiche e prodotti finiti da paesi con standard ambientali meno rigidi.

“La dura realtà è che gli impianti stanno chiudendo, i posti di lavoro si stanno spostando altrove e l’Europa perde terreno nelle innovazioni sostenibili”, avverte Janssens. “Serve un intervento immediato per riportare il settore su una traiettoria di crescita e per realizzare il primo sistema di plastiche a zero emissioni nette e circolare al mondo”.

Plastics Europe chiede alla Commissione di creare un mercato unico per i rifiuti e i materiali riutilizzabili, incentivare la domanda di plastiche riciclate e bio-based e accettare rapidamente tecnologie innovative come il riciclo chimico. Inoltre, sollecita l’applicazione rigorosa delle normative europee sulla sostenibilità per tutti i prodotti, incluse le importazioni, attraverso nuovi codici doganali e controlli più stringenti.

“Le materie plastiche sono essenziali per settori strategici come il digitale, le energie rinnovabili, l’automotive e il medicale. Non possiamo permetterci di perderle di vista nelle politiche industriali europee”, conclude Janssens. “Il Competitiveness Compass è un buon punto di partenza, ma ora servono azioni concrete”.