L’elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti potrebbe rappresentare una svolta significativa per le politiche ambientali e industriali e di gestione delle materie plastiche. Durante il suo primo mandato, Trump ha adottato un approccio deregolatorio che privilegiava lo sviluppo economico e il rilancio dell’industria, riducendo molte restrizioni ambientali. La nuova presidenza Trump potrebbe portare ulteriori cambiamenti che inciderebbero profondamente sull’industria produttrice e trasformatrice di materie plastiche.
Deregulation ambientale e minor controllo per l’industria plastica
Nella sua precedente amministrazione, Trump ha ridotto le restrizioni in varie aree, dal controllo delle emissioni alla gestione dei rifiuti industriali. È quindi probabile che Trump continui a ridurre gli standard di produzione e riciclo delle plastiche, concedendo maggiore libertà alle industrie e rallentando l’adozione di politiche sostenibili. Potrebbe anche sospendere incentivi verso le alternative ai polimeri tradizionali, come le bioplastiche, permettendo così un incremento dell’uso di plastica vergine.
Incentivi alle industrie petrolchimiche e rallentamento delle politiche di riciclo
La produzione di plastica è strettamente connessa all’industria petrolifera. Trump, forte sostenitore dell’energia domestica, potrebbe introdurre nuovi incentivi per le aziende petrolchimiche, incentivando una produzione di plastica a basso costo e rendendo meno conveniente l’adozione di altri materiali. Questo approccio potrebbe rallentare i già scarsi progressi compiuti negli ultimi anni negli Stati Uniti nella gestione dei rifiuti plastici. Un’amministrazione Trump potrebbe ridurre i finanziamenti ai programmi di riciclo e dare meno importanza alla riduzione dei rifiuti, aumentando la produzione di plastica vergine e la dipendenza dalle discariche.
Riduzione degli investimenti federali in materiali sostenibili e ricerca
Trump ha mostrato scetticismo verso la scienza climatica e le questioni ambientali. La sua amministrazione potrebbe ridurre i fondi destinati alla ricerca di materiali innovativi, come bioplastiche e materiali riciclabili a basso impatto. Gli investimenti federali potrebbero essere riorientati verso ambiti considerati più immediatamente produttivi per l’economia, sacrificando parte degli sforzi per trovare soluzioni sostenibili.
Ripercussioni internazionali e minore impegno negli accordi globali
La presidenza Biden ha rafforzato la collaborazione internazionale contro la crisi dei rifiuti in plastica, promuovendo accordi come il Trattato Globale sulla Plastica. La politica di Trump potrebbe portare al ritiro o alla riduzione dell’impegno degli Stati Uniti in questi trattati, spostando il focus su priorità interne.
Sostegno al riciclo interno e possibili modelli di business
Nonostante l’approccio deregolatorio, è possibile che Trump incentivi alcune forme di economia circolare all’interno degli Stati Uniti, soprattutto per ridurre la dipendenza dagli impianti di riciclo esteri. Potrebbe promuovere il riciclo domestico, agevolando il mercato della plastica riciclata attraverso agevolazioni fiscali per le aziende che investono in infrastrutture per il riciclo e incoraggiando lo sviluppo di nuovi modelli di business per la gestione interna dei rifiuti.
Minor sostegno alla riduzione della plastica monouso
È molto improbabile che Trump introduca severe restrizioni sull’uso della plastica monouso. Trump ha sempre sottolineato l’importanza della libertà d’impresa e dello sviluppo economico, considerazioni che potrebbero permettere alla plastica monouso di mantenere un ruolo dominante, specialmente nei settori in cui ha un forte impatto, come la ristorazione.
La rielezione di Trump potrebbe riportare l’industria delle materie plastiche a una situazione di maggior libertà operativa, ma con minori investimenti in soluzioni sostenibili e un rallentamento delle politiche di sostenibilità. Le aziende del settore potrebbero ottenere benefici economici nel breve termine, ma l’assenza di politiche sostenibili potrebbe comportare danni reputazionali e una riduzione della competitività a livello globale, dove la domanda di prodotti eco-friendly è in crescita.
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