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Resilienza e ottimismo: riflessioni su Fakuma 2024

Fakuma 2024 ha dimostrato la capacità dell'industria delle materie plastiche di reagire e guardare al futuro con ottimismo.

Fakuma 2024 si è svolta in un periodo complesso per l’industria delle materie plastiche, in particolare per quella europea, offrendo uno spaccato interessante dello stato del settore in un momento di sfide strutturali e congiunturali. La fiera di Friedrichshafen, una delle più importanti a livello mondiale per lo stampaggio a iniezione e la lavorazione delle materie plastiche, ha confermato la sua rilevanza nonostante il contesto economico sfavorevole. Sebbene l’evento abbia registrato un calo nel numero di visitatori – 36.675 rispetto ai 39.343 dell’edizione 2023, e del 24% rispetto al picco del 2017 – tali numeri vanno letti alla luce delle difficoltà ben documentate che il settore sta attraversando, in particolare nell’ambito delle macchine per lo stampaggio a iniezione, il cuore pulsante dell’offerta della fiera.

L’industria europea delle materie plastiche, già colpita dal calo della domanda post-pandemia e dalle incertezze economiche globali, sta cercando di risollevarsi, ma molti operatori prevedono che la vera ripresa non avverrà prima della seconda metà del 2025. In questo contesto, la riduzione degli afflussi a Fakuma 2024 appare inevitabile, ma non allarmante. I numeri, benché inferiori rispetto alle edizioni precedenti, sono in linea con le tendenze globali che stiamo osservando, come testimoniano anche i dati dell’NPE2024, l’evento americano equivalente.

Uno degli elementi di forza di Fakuma, che continua a renderla una fiera imprescindibile per gli operatori del settore, è la sua collocazione geografica strategica. La città di Friedrichshafen, pur essendo difficile da raggiungere per molti, si trova al centro di un distretto industriale che comprende Germania, Austria e Svizzera, il cosiddetto “DACH”, unito a un sempre più protagonista ruolo dell’Italia. Questo posizionamento non solo garantisce un focus su un’area tra le più industrializzate d’Europa, ma permette anche una visione panoramica sui trend che stanno caratterizzando i diversi mercati nazionali, ponendo al centro le sinergie che l’Europa sta cercando di costruire in risposta alle difficoltà attuali.

Ciò che emerge da Fakuma 2024 è un’industria in fase di transizione. Gli operatori presenti hanno evidenziato che, se da un lato ci sono problemi di domanda, dall’altro vi è una volontà diffusa di investire in innovazione, efficienza produttiva e sostenibilità. Questo è particolarmente evidente nelle discussioni su nuovi materiali e processi volti a ridurre l’impatto ambientale della plastica. La fiera ha offerto un’importante piattaforma per confrontarsi su questi temi, con espositori che hanno presentato soluzioni innovative in termini di riciclo, produzione circolare e riduzione delle emissioni.

Fakuma 2024 ha dimostrato che, nonostante le sfide globali e regionali, il settore delle materie plastiche è ancora in grado di reagire e di guardare avanti con ottimismo. La strada verso una piena ripresa potrebbe essere ancora lunga, ma la volontà di innovare e la ricerca di soluzioni sostenibili evidenziate durante la fiera suggeriscono che l’industria sta costruendo le basi per un futuro più resiliente. Per gli operatori, le fiere restano fondamentali, non solo per la presentazione delle novità, ma anche come luogo di dialogo e riflessione strategica per affrontare le sfide che ci attendono.

a cura di Paolo Spinelli