Attualità

Il riciclo delle materie plastiche in Africa

Una forte crescita demografica e l’incremento dei consumi sono le premesse per lo sviluppo del packaging plastico in Africa. Il Sudafrica è il paese più avanzato del continente nel riciclo. Non mancano però problemi legati all’instabilità del mercato e alla difficoltà di esportazione.

La gestione dei rifiuti rappresenta attualmente una delle maggiori sfide che la filiera africana del riciclo delle materie plastiche si trova a dover affrontare. La crescita demografica procede a un ritmo di oltre il 2% annuo, e il conseguente incremento del consumo di packaging plastico fa di quest’ultima la frazione di rifiuti più ampia dopo quella organica: diventa pertanto ancora più urgente vincere le sfide poste dalla gestione dei rifiuti.

La maggior parte della popolazione africana non ha accesso ad alcun sistema di raccolta differenziata porta a porta o altro tipo di raccolta formale, e fa affidamento su operatori del comparto informale per la raccolta e la selezione dei rifiuti. Secondo le stime del settore, il 90% dei rifiuti viene ancora conferito in discarica o in aree di deposito illegali, e una parte viene persino bruciata all’aperto.

Trentaquattro governi africani hanno implementato o intendono implementare divieti che impediscono di utilizzare determinate tipologie di prodotti in plastica, in particolare i sacchetti, con l’intento di contrastare l’aumento dei rifiuti plastici.

Incoraggianti sono anche le iniziative inerenti alla responsabilità estesa del produttore (Extended Producer Responsibility, EPR) avviate in Kenya, Ghana e Nigeria: l’ultimo progetto di questo tipo implementato in Sudafrica, datato 5 maggio 2021, si rivolge a tutte le aziende che importano o fabbricano packaging plastico per la grande distribuzione. Una caratteristica di questa regione sono le nuove iniziative che vengono lanciate dagli operatori del settore che promuovono divieti e progetti EPR.

Altrove, gli obiettivi di riciclo stabiliti per legge per il packaging plastico, combinati con la pressione esercitata dai consumatori, hanno spinto gli operatori attivi in diverse aree a fissare una serie di impegni in materia di sostenibilità a livello globale.

Ora, i produttori di beni di largo consumo sono alla ricerca anche di operatori in grado di fornire plastica riciclata di prima qualità in Africa, in particolare packaging in polietilene tereftalato (PET), polietilene (PE) e polipropilene (PP).

Il Mechanical Recycling Supply Tracker, lo strumento messo a disposizione da Icis per identificare e contattare i fornitori di polimeri riciclati, ha individuato poco meno di 50 impianti per il riciclo meccanico di materie plastiche, in particolare PET, PE e PP, nel continente africano, in grado di processare un totale di oltre 370.000 tonnellate annue di rifiuti post-consumo e post-industriali: il 55% della capacità di riciclo è destinata al PET, mentre la maggior parte della capacità di riciclo delle poliolefine è riservata al PE. Nel 2020, tuttavia, la produzione di PET, PE e PP riciclato rappresentava appena il 3% dell’intero consumo di PET, PE e PP vergine e riciclato nella regione.

Industria africana del riciclo delle materie plastiche: un mercato instabile

L’industria africana del riciclo delle materie plastiche si presenta molto frammentata e fluida, con operatori che entrano ed escono spesso dal mercato.

Inoltre, i mercati di destinazione locali per i vari gradi di plastica riciclata sono di gran lunga meno consolidati, il che pone un freno all’espansione del settore.

A causa della carenza di mercati di destinazione per il materiale riciclato, la maggior parte degli operatori attivi nell’area settentrionale del continente africano esporta gran parte dei propri prodotti riciclati in Europa, dove la domanda è più elevata rispetto al mercato locale.

Per fabbricare materiale plastico riciclato di prima qualità occorre partire da rifiuti post-consumo di qualità altrettanto elevata.

In Africa, l’81% del PET, il 49% del PE e il 67% del PP riciclati provengono da materie prime post-consumo. Gli operatori del settore alimentare e delle bevande che puntano a soddisfare i propri obiettivi di sostenibilità necessitano di materiale riciclato di primissima qualità per applicazioni alimentari, idonei al contatto con gli alimenti.

Il PET, dalle bottiglie alle fibre

La maggior parte del PET viene riciclato da bottiglie, ma si tratta di un materiale che, in Africa, va a rifornire principalmente l’industria delle fibre.

I riciclatori di PET africani approvati negli Stati Uniti, mediante lettera di non obiezione della FDA (Food and Drug Administration), e nella UE, dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), sono tre, con sede rispettivamente in Marocco, in Egitto e in Sudafrica, e processano il 21% del PET post-consumo locale.

Gli ampliamenti di impianti preannunciati per il 2021 e 2022 vedranno la capacità di PET riciclato (R-PET) per applicazioni alimentari crescere fino a 40.000 tonnellate annue, con l’obiettivo di soddisfare la domanda di riciclato di alta qualità proveniente sia dall’interno che dall’esterno dell’area.

Import – Export di rifiuti

Fino al 2018, l’Africa è stata un esportatore netto di rifiuti plastici, diretti prevalentemente in Cina. A gennaio 2018, la Cina ha implementato la politica della National Sword, che vieta le importazioni di rifiuti plastici entro i suoi confini. Da allora, le esportazioni di rifiuti plastici dell’Africa hanno subìto un crollo: i volumi esportati nel 2019 corrispondevano ad appena il 45% del dato registrato nel 2017, e nel 2020 sono diminuiti ulteriormente, attestandosi al 17%.

L’accesso a quei rifiuti plastici rappresenta un’opportunità per potenziare il settore del riciclo delle materie plastiche nel continente anziché proseguire sulla linea attuale che punta soprattutto all’esportazione.

Gli investimenti nelle infrastrutture contribuiranno a migliorare le attività di raccolta e selezione, incrementare la capacità di riciclo delle materie plastiche, e costruire nuovi mercati di destinazione locali per i materiali riciclati.

Il mercato europeo del riciclo sta affrontando una carenza di materie prime di qualità, il che attrae l’interesse dei fornitori africani in qualità di esportatori netti di polimeri riciclati. Tuttavia, il materiale riciclato deve soddisfare i requisiti di qualità e tracciabilità imposti da tali mercati. La necessità di adeguarsi agli standard qualitativi dei mercati di esportazione contribuirà, pertanto, a innalzare il valore dei materiali riciclati e dei mercati africani.

Collaborazione per l’economia circolare

A gennaio 2020, il Sudafrica ha lanciato l’SA Plastics Pact, sulla scia dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Ellen MacArthur.

I membri dell’industria delle materie plastiche collaboreranno con l’intento di creare un’economica circolare per il packaging plastico, raggiungendo entro il 2025 quattro obiettivi: ridurre il packaging plastico problematico o superfluo; rendere il 100% del packaging plastico riutilizzabile, riciclabile o compostabile; riciclare il 70% del packaging plastico; e garantire che tutto il packaging plastico contenga il 30% di materiale riciclato.

La collaborazione con il settore delle materie plastiche si è rivelata in grado di potenziare sensibilmente la crescita dell’industria africana del riciclo delle materie plastiche, ponendosi come strategia privilegiata per promuoverne l’espansione.

I marchi del settore si sono resi conto che la raccolta dei rifiuti plastici è essenziale al fine di garantire un riciclato di qualità sufficiente a conseguire gli obiettivi di sostenibilità. Aziende del calibro di Coca Cola, Dow, Nestlé, Diageo e Unilever hanno lanciato una serie di iniziative a livello locale, volte a migliorare la raccolta dei rifiuti in un’area che offre un accesso molto limitato a un sistema regolamentato di gestione dei rifiuti.

Gli operatori non regolamentati svolgono pertanto un ruolo cruciale per l’industria africana del riciclo, e vanno integrati e supportati in ogni modo durante la sua espansione. Grazie a nuovi investimenti, il settore del riciclo potrà beneficiare della disponibilità di grandi volumi di rifiuti plastici.

Sudafrica primo in Africa nel riciclo delle materie plastiche

Il Sudafrica viene spesso indicato come il paese più avanzato del continente in termini di circolarità delle materie plastiche, in gran parte grazie al rapporto di stretta collaborazione stabilito tra gli operatori del settore della plastica, spesso essenziale quando si tratta di trovare nuove soluzioni.

Qui, il Recycling Supply Tracker di ICIS ha individuato poco meno di 20 impianti di riciclo di PET, PE e PP, il numero più elevato in tutto il continente africano, con Nigeria ed Egitto rispettivamente al secondo e al terzo posto.

Il Sudafrica è stato anche il primo paese sede di un riciclatore di PET per applicazioni alimentari approvato dalla EFSA, nel 2015.

Data la sua posizione geografica, il Sudafrica punta soprattutto al mercato interno del riciclo, poiché l’esportazione in altre aree non risulta conveniente, a differenza di quanto accade per altri mercati quali l’Egitto e il Marocco. Di conseguenza, il Sudafrica tende a spingere verso la creazione di un’economia circolare.

L’esperienza di Petco

Un esempio dello spirito di collaborazione nell’industria sudafricana è costituito da PET Recycling Company (PETCO), un consorzio nato dagli sforzi congiunti di numerosi operatori del settore, tra cui Coca-Cola.

Fondata nel 2004, PETCO ha assunto il ruolo di EPR per l’industria sudafricana del PET, dal momento che riunisce le marche, la grande distribuzione, i trasformatori, i produttori, i consumatori e i riciclatori. Le quote ottenute dalla partecipazione volontaria dei membri hanno consentito di promuovere il riciclo del PET grazie a investimenti nelle infrastrutture e nelle operazioni di raccolta e riciclo degli scarti di PET.

Nel 2019, in Sudafrica la raccolta di bottiglie PET è arrivata al 62%, a fronte del 24% registrato nel 2007. Osservando i benefici derivanti dall’iniziativa e gli esiti effettivi sulla filiera, altri paesi del continente guardano ora al Sudafrica come un esempio a cui ispirarsi per applicare le migliori pratiche anche nei propri mercati locali. Realtà sul modello Petco sono nate in Kenya nel 2018, in Etiopia nel 2019, in Tanzania a marzo 2021 e a breve anche in Uganda.

a cura di Carolina Perujo Holland, analista, Plastic Recycling, Icis