Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea ha recentemente pubblicato lo studio “EU-wide end-of-waste criteria for plastic waste” che propone criteri tecnici unificati per stabilire quando i rifiuti plastici cessano di essere tali per diventare materie prime secondarie. Questa iniziativa si propone di armonizzare le normative tra gli Stati membri, garantendo qualità, sicurezza e sostenibilità lungo tutta la catena del valore.
Contesto normativo e obiettivi
La gestione dei rifiuti plastici è una delle priorità strategiche dell’Unione Europea, come delineato nella Direttiva Quadro sui Rifiuti (2008/98/CE) e nel Piano d’Azione per l’Economia Circolare. Secondo l’Articolo 6 della Direttiva, un materiale può cessare di essere classificato come rifiuto e ottenere lo status di “materia prima secondaria” se soddisfa determinate condizioni:
- Utilizzo specifico: il materiale deve essere destinato a un’applicazione definita.
- Esistenza di un mercato: deve esserci una domanda comprovata per il materiale.
- Requisiti tecnici: il materiale deve soddisfare le normative e gli standard tecnici applicabili.
- Sicurezza ambientale: il riutilizzo del materiale non deve comportare rischi per l’ambiente o la salute umana.
Attualmente, l’assenza di criteri armonizzati genera disparità normative tra gli Stati membri, complicando la circolazione delle materie prime secondarie nel mercato unico europeo. Il nuovo studio del JRC mira a colmare questa lacuna, promuovendo standard uniformi per i rifiuti plastici, la categoria di rifiuti identificata come prioritaria in base a criteri ambientali, economici e normativi.
Le proposte tecniche del JRC sui rifiuti plastici
Il documento si concentra sui polimeri termoplastici, che rappresentano circa l’80% della produzione plastica globale. I criteri proposti includono diverse categorie di requisiti:
- Requisiti sugli input
- Esclusione dei rifiuti pericolosi: solo i rifiuti plastici non pericolosi o adeguatamente trattati possono essere utilizzati come input.
- Materiali idonei: rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (WEEE), veicoli fuori uso (ELV) e costruzioni devono essere pretrattati per rimuovere sostanze nocive.
- Esclusione di rifiuti specifici: ad esempio, i prodotti igienici assorbenti e i rifiuti sanitari pericolosi sono esclusi, salvo specifiche eccezioni.
- Requisiti sui processi di trattamento
- Separazione: i rifiuti plastici idonei devono essere separati da materiali non conformi per evitare contaminazioni.
- Trattamento completo: i processi di riciclo devono preparare il materiale per la produzione di nuovi prodotti plastici senza alterare deliberatamente la struttura molecolare dei polimeri, eccetto per riparazioni controllate.
- Requisiti sulla qualità del prodotto finale
- Conformità normativa: i materiali riciclati devono rispettare i regolamenti REACH, POPs e CLP per garantire la sicurezza chimica.
- Soglie per contaminanti: i materiali finali devono contenere meno del 2% di sostanze estranee per uso interno all’UE e meno dello 0,5% per le esportazioni.
- Sistema di gestione della qualità
- Certificazione obbligatoria: i riciclatori devono adottare sistemi di gestione della qualità verificati da enti accreditati.
- Monitoraggio continuo: la qualità degli input, dei processi e degli output deve essere costantemente monitorata e documentata.
- Fornitura di informazioni
- Dichiarazione di conformità: ogni lotto di materiale riciclato deve essere accompagnato da una dichiarazione che ne attesti la conformità ai criteri EoW.
Impatto ambientale e socioeconomico
L’introduzione di criteri di fine rifiuto a livello UE potrebbe avere impatti significativi in vari ambiti:
- Ambiente e salute
- Incremento dei tassi di raccolta e riciclo nei Paesi con infrastrutture meno sviluppate.
- Riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo di energia associato alla produzione di plastica vergine.
- Controllo rigoroso delle sostanze pericolose, migliorando la qualità delle materie prime secondarie.
- Economia e mercato
- Riduzione degli oneri amministrativi per la movimentazione delle materie prime secondarie rispetto ai rifiuti.
- Valorizzazione del materiale riciclato, incentivando investimenti nel settore.
- Creazione di nuove opportunità di mercato per i materiali conformi agli standard UE.
- Aspetti legali
- Armonizzazione delle normative tra gli Stati membri, riducendo le incertezze per gli operatori.
- Maggiore tracciabilità delle sostanze chimiche lungo la catena del valore della plastica.
Rifiuti plastici: sfide e opportunità
Nonostante i potenziali benefici, esistono alcune sfide. La necessità di adottare nuovi standard potrebbe comportare costi iniziali per le imprese, in particolare per i piccoli operatori del settore. Tuttavia, nel lungo termine, i vantaggi derivanti dall’accesso a un mercato unico armonizzato e dalla maggiore qualità dei materiali riciclati sono ritenuti superiori.
I criteri di fine rifiuto per la plastica proposti dal JRC rappresentano un passo avanti verso un’economia circolare sostenibile. Armonizzando le normative e garantendo la qualità dei materiali riciclati, l’UE rafforza la sua leadership globale nella gestione sostenibile dei rifiuti. Questo approccio non solo ridurrà l’impatto ambientale dei rifiuti plastici, ma promuoverà anche la competitività e l’innovazione nel settore del riciclo, contribuendo agli obiettivi del Green Deal Europeo.
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