La società di ricerca Frost & Sullivan mette in luce i fattori che cambieranno l’industria chimica nei prossimi anni.
Un seminario organizzato da Frost & Sullivan a Milano ha messo in luce gli elementi di competitività dell’industria chimica da qui ai prossimi anni, sottolineando in particolare l’impatto della rivoluzione digitale come fattore di crescita. L’industria chimica italiana, terza in Europa dietro Germania e Francia, mostra un elevato livello di sviluppo degli investimenti e di specializzazione. La frammentazione in attività di piccole dimensioni costituisce un ambiente favorevole alle fusioni e alle acquisizioni.
In questo contesto, l’industria chimica è alla ricerca di nuovi meccanismi di crescita. Le nuove tecnologie mettono a disposizione un elevato grado di automazione, combinando le soluzioni attualmente disponibili con l’intelligenza artificiale in sistemi che funzionano e si organizzano autonomamente. Le nuove modalità di connettività interconnettono la supply chain tramite reti mobili o fisse a banda larga per sincronizzare e ridurre tempi e cicli. I Big Data permettono l’acquisizione, l’elaborazione e l’analisi dei dati digitali per previsioni e decisioni migliori. Infine, grazie all’accesso social e mobile, gli intermediari mobili e via internet accedono direttamente ai clienti, ai collaboratori, nella massima trasparenza.
“Le tecnologie digitali – ha spiegato Brian Balmer, Director Visionary Science, Performance Materials di Frost & Sullivan – avranno un impatto su tutta la catena del valore e su tutti i processi della chimica, anche se molte aziende del settore hanno implementato la digitalizzazione solo in alcuni aspetti della loro attività. Il digitale è un megatrend strategico e comprende i robot, l’AI, le blockchain, il 3D printing, l’IoT, i droni e i Big Data”.
Un mercato in espansione
Nella storia recente (15 anni), i rendimenti dei prodotti chimici hanno sovraperformato, sia fornitori che clienti, tutti al di sopra della media mondiale. Questa crescita è trainata dall’Asia (escluso il Giappone), con la Cina che è cresciuta dal 10% circa al 40% della quota di mercato della chimica in 10 anni. La maggior parte dei migliori performer è stata focalizzata tra le società del segmento “specialty chemicals”; la razionalizzazione del portafoglio, in gran parte tramite M&A, ha aumentato la redditività consolidando diversi segmenti di specialità. In effetti, l’attività di M & A è ora diventata una componente chiave della crescita per le aziende chimiche.
Tuttavia, negli ultimi tre anni i rendimenti degli investitori della chimica sono scivolati rispetto a quelli di altri settori industriali; non ha rallentato l’Asia, ma ad esempio la crescita della capacità cinese sta danneggiando la redditività in Europa e negli Stati Uniti. L’aumento degli investimenti in R & S di per sé, storicamente il principale meccanismo di differenziazione, è improbabile che ripristini il vantaggio su tutta la linea. Si potrebbe quindi utilizzare la trasformazione digitale, per quanto possa essere ancora poca familiare, per generare redditività e potenzialmente aggiungere o sostituire la crescita dei ricavi.
Robot e AI
Frost & Sullivan prevede che le tecnologie che potrebbero avere il maggiore impatto sull’industria saranno la robotica autonoma e l’Intelligenza Artificiale (AI). Alcune tecnologie come le Blockchain avranno un maggiore impatto in settori come energia e servizi finanziari e invece un impatto relativamente basso sulle industrie manifatturiere la chimica. Altre tecnologie saranno di maggiore rilevanza solo per specifici sottosegmenti dell’industria chimica: ad esempio, i veicoli senza equipaggio (droni) saranno più rilevanti per l’industria degli agrofarmaci.
Le tecnologie digitali hanno il potenziale per rivoluzionare l’approvvigionamento di alcune materie prime chiave per l’industria chimica. Il consumo di elettricità rappresenta circa il 15% delle emissioni di gas serra di una tipica azienda chimica, ma l’elettricità può rappresentare fino al 50% dei costi per processi specifici come la produzione di idrogeno. L’approvvigionamento intelligente di energia è una tendenza importante consentita dalla tecnologia digitale.
La zona di maggiore crescita all’interno del mercato delle reti intelligenti sarà nella tecnologia di risposta alla domanda. È questo che consentirà un uso più intelligente ed efficiente dell’elettricità (soprattutto l’elettricità rinnovabile) da parte dell’industria chimica.
Connettività e sostenibilità
L’impianto chimico del futuro sarà “connesso, modulare e sostenibile”. Sempre più intelligenti, alcuni impianti commissionati nel 2017 sono esempi eccellenti di ciò che le tecnologie digitali possono consentire di raggiungere all’industria chimica. Riunire un team focalizzato su un’unica tecnologia digitale abilitante, come i Big Data, consentirà alle aziende di applicarlo a molteplici sfide di business. Una ricerca Frost & Sullivan della fine del 2017 prevedeva che, nel 2018, il numero di aziende chimiche con i principali funzionari digitali potesse raddoppiare. Questo è già successo: le strategie digitali focalizzate su un singolo dominio aziendale sono, ad oggi, meno prevalenti rispetto a quelle incentrate sull’applicazione di una singola tecnologia digitale a più domini.
Frost & Sullivan ritiene che esista un grande potenziale per un approccio più coerente ai singoli domini. Le tecnologie digitali saranno utilizzate per affrontare alcune delle maggiori sfide che l’industria chimica deve affrontare. Queste includono il fatto che i consumatori diffidano di qualsiasi prodotto contenente “sostanze chimiche”; questi sistemi permetteranno alle aziende di trasmettere un messaggio di sostenibilità lungo tutta la catena di approvvigionamento. Le tecnologie digitali costituiranno anche un fattore critico per i concetti di economia circolare.
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