Il forte aumento dei prezzi delle materie plastiche e la difficoltà di approvvigionamento stanno mettendo in crisi l’industria trasformatrice di materiali polimerici che si ritrova, dopo cinque anni, di nuovo in una situazione di shortage.
Dopo alcune associazioni di filiera, stavolta è Antonio Di Penta, presidente delle Sezione Materie Plastiche di Confindustria Venezia, a suonare l’allarme: “L’impennata dei prezzi delle materie plastiche è in atto dal mese di ottobre e, ad oggi, non sono previsti miglioramenti almeno fino ad aprile. Si tratta di uno scenario drammatico nel contesto attuale, che vede le imprese impegnate nel rilancio e nell’aumento della produttività, per far fronte all’impatto economico della crisi pandemica. Il business delle materie prime è dominato da soggetti stranieri, localizzati in tutto il mondo. A questi grandi player rivolgiamo un appello accorato, affinché mettano in atto una politica di valorizzazione e sviluppo del mercato europeo”.
Prezzi su del 30%
Il prezzo delle materie plastiche, soprattutto di quelli di maggiore utilizzo come PVC, PET, polipropilene e polietilene, è progressivamente cresciuto, fino a superare il +30% nel mese di gennaio, secondo i dati di Unionplast.
Lo shortage di materie plastiche è iniziato nello scorso ottobre quando i maggiori produttori di materiali polimerici europei hanno dichiarato situazioni di forza maggiore, tagliando o annullando le consegne. Mancano inoltre le importazioni dagli USA mentre è cresciuta la domanda di materie plastiche da parte dei mercati asiatici.
Tutto ciò sta mettendo in crisi i trasformatori italiani ed europei con difficoltà ad adempiere alle commesse da parte dei clienti e a mantenere i tempi di consegna. Calo delle marginalità e perdita di competitività sono le conseguenze immediate. Il contesto potrebbe ulteriormente peggiorare, fino a provocare la sospensione della produzione.
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