Il trattato delle Nazioni Unite contro l’inquinamento da plastica rappresenta una delle iniziative più ambiziose e complesse mai intraprese per affrontare una crisi ambientale globale. Dopo l’adozione della risoluzione iniziale nel 2022 da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA), il percorso verso un accordo giuridicamente vincolante è stato costellato di ostacoli politici e divergenze tra i vari paesi. L’ultima sessione del Comitato Intergovernativo per i Negoziati (INC-5), svoltasi nel novembre 2024, ha messo in luce punti di svolta e criticità che potrebbero definire il futuro della gestione globale della plastica.
Paesi divisi sul Trattato sulla plastica
La creazione di un quadro normativo globale per la plastica si scontra con posizioni divergenti tra i paesi. Da un lato, la High Ambition Coalition, che include Stati Uniti, Unione Europea e altre nazioni avanzate, spinge per misure drastiche, come limiti alla produzione di polimeri plastici primari. Dall’altro, paesi come Russia, Arabia Saudita e altre nazioni produttrici di plastica resistono, sottolineando l’importanza di approcci nazionali flessibili.
Un esempio emblematico di queste divisioni è l’articolo 6 del trattato, che propone un target globale per ridurre la produzione di plastica. Panama, promotore di questa iniziativa, ha evidenziato come tali misure siano essenziali per affrontare la crisi ambientale. Tuttavia, il compromesso sembra lontano, data la mancanza di consenso tra i negoziatori.
Responsabilità estesa del produttore ed economie emergenti
Un elemento chiave del dibattito riguarda l’implementazione della responsabilità estesa del produttore (EPR). Questo approccio, sostenuto principalmente dall’Unione Europea e da altri partner, punta a trasferire ai produttori i costi associati alla gestione dei rifiuti plastici. Secondo il report di Lux Research, l’EPR potrebbe essere un catalizzatore per modelli economici più circolari, ma la sua efficacia dipenderà dall’adozione di infrastrutture adeguate, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
Queste economie, infatti, rappresentano sia una sfida sia un’opportunità. Da un lato, necessitano di investimenti significativi per migliorare la gestione dei rifiuti. Dall’altro, possono diventare mercati chiave per tecnologie innovative che migliorano il riciclo e la sostenibilità.
Le soluzioni tecnologiche in bilico
Nonostante l’importanza crescente di soluzioni tecnologiche come il riciclo chimico e le plastiche biobased, il trattato nella sua forma attuale sembra ignorare questi aspetti. La bozza finale dell’INC-5 ha riservato poca attenzione a questi strumenti, concentrandosi più su politiche immediate che su innovazioni a lungo termine. Questo approccio potrebbe rappresentare un’occasione mancata per integrare il progresso tecnologico nella lotta contro l’inquinamento da plastica.
Quale impatto aspettarsi dal Trattato sulla plastica?
Lux Research prevede che un trattato di “bassa ambizione” sia lo scenario più probabile, con regolamentazioni frammentate a livello nazionale. Sebbene questo compromesso possa limitare l’efficacia del trattato su scala globale, potrebbe anche stimolare iniziative locali e regionali, come l’espansione dei sistemi EPR e la creazione di definizioni armonizzate per i rifiuti e il riciclo.
Un precedente interessante è rappresentato dal Protocollo di Montreal, che ha dimostrato come gli accordi ambientali possano ottenere risultati significativi nonostante un’implementazione graduale. Tuttavia, il successo dipenderà dalla volontà politica di superare le divisioni e bilanciare interessi economici e ambientali.
Azioni strategiche per le aziende
Per le aziende dell’industria plastica, il trattato rappresenta una sfida ma anche un’opportunità di innovazione. Lux Research suggerisce alcune azioni chiave:
- Partecipare ai negoziati: organizzazioni come la Business Coalition for a Global Plastics Treaty stanno già influenzando il processo decisionale. Essere parte attiva di questi forum può offrire un vantaggio competitivo.
- Pianificare per le economie emergenti: lo sviluppo di infrastrutture per i rifiuti in questi mercati sarà essenziale e rappresenta un settore promettente per investimenti tecnologici.
- Strategie nazionali: con regolamentazioni frammentate, le aziende devono adattare le loro tecnologie alle esigenze specifiche di ogni mercato.
- Investire in tecnologie adattabili: soluzioni regolamentate, come il riciclo chimico, necessitano di accettazione normativa per scalare e diventare redditizie.
Il trattato delle Nazioni Unite sulla plastica è un banco di prova per la capacità della comunità internazionale di affrontare sfide ambientali globali in modo coordinato. Mentre le divisioni politiche rischiano di limitare l’ambizione dell’accordo, il percorso offre comunque opportunità significative per ridisegnare l’industria plastica verso un futuro più sostenibile. Le aziende che sapranno adattarsi a questi cambiamenti saranno meglio posizionate per prosperare in un panorama normativo ed economico in evoluzione.
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