La maggior parte degli impianti petrolchimici situati sulla costa del Golfo degli Stati Uniti, che sono stati chiusi quando la regione è stata colpita da temperature sotto lo zero a metà febbraio, provocando lo shortage di materie plastiche in tutto il mondo, ha ripreso le operazioni o prevede di riavviarle entro la fine di marzo.
Secondo quanto riporta S&P Global Platts, i riavvii sono graduali e le velocità di funzionamento sono rimaste ridotte poiché i produttori hanno continuamente controllato eventuali perdite in chilometri di tubi esposti al gelo per più di 72 ore. Il principale obiettivo è riportare in linea i cracker che producono l’etilene necessario per alimentare gli impianti a valle che producono resine plastiche e altri prodotti.
Numerose dichiarazioni di forza maggiore della settimana del 15 febbraio sono rimaste in vigore poiché i produttori hanno cercato di sbloccare gli ordini arretrati.
Il CEO di LyondellBasell Bob Patel ha dichiarato durante una conferenza sull’energia lo scorso 16 marzo che la fornitura di resine negli Stati Uniti potrebbe impiegare il resto del 2021 per tornare a soddisfare pienamente la domanda dopo lo shortage dovuto alle condizioni meteorologiche nel 2020 e al gelo di febbraio; questo soprattutto perché la domanda già forte sta crescendo insieme alla ripresa economica sostenuta dalle vaccinazioni contro il Covid-19 sempre più disponibili in tutto il mondo.
“Con il lancio dei vaccini, si prospetta una crescita della domanda anno su anno e un’ulteriore crescita della domanda correlata alla ripresa”, ha detto Patel. “E l’offerta dovrà recuperare durante tutto l’anno per soddisfare il livello di domanda che ci aspettiamo quest’anno”.
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