3.700 miliardi di dollari è il costo per società, ambiente ed economia della plastica prodotta nel 2019. E se considerassimo anche i benefici?
La plastica è diventata il più facile dei bersagli. Stavolta a prendere la mira è il WWF, che fino ad oggi ha tenuto un profilo più basso e meno radicale sull’argomento rispetto ad altre organizzazioni ambientaliste.
Il WWF afferma che la plastica costa troppo: 3.700 miliardi di dollari è il costo per società, ambiente ed economia della plastica prodotta nel 2019. Ma non è tutto. Se non si interviene – prosegue la nota dell’organizzazione ambientalista – nel 2040 la plastica prodotta avrà impatti per un valore pari a 7.100 miliardi di dollari, superiore al PIL 2019 di Germania, Canada e Australia messi insieme. I dati provengono da un rapporto di Dalberg, intitolato “Plastica: il costo per la società, l’ambiente e l’economia” e commissionato dallo stesso WWF.
Lo studio stima inoltre che, in assenza di interventi, nel 2040 la produzione di plastica raddoppierà e la quantità di plastica dispersa negli oceani triplicherà arrivando a 29 milioni di tonnellate, portando la quantità totale di plastica accumulata negli oceani a 600 milioni di tonnellate. Le emissioni di gas serra (GHG) connesse al ciclo di vita della plastica arriveranno a rappresentare fino al 20% dell’intero bilancio globale del carbonio, accelerando ulteriormente la crisi climatica e i suoi effetti devastanti.
Considerare i benefici
Pur senza contestare le cifre, sarebbe però sensato considerare il contributo delle plastiche alla riduzione dei costi, in termini, per esempio, di riduzione dello spreco alimentare e dei consumi di energia. Oltre ai costi, anche i benefici, insomma. Le alternative alla plastica non garantiscono automaticamente una riduzione dei costi e un minore impatto ambientale.
Lo studio – si legge sul sito web di Dalberg – fa parte di una strategia organizzativa sviluppata dalla società di consulenza per il WWF, in modo non dissimile da quanto avviene per le aziende. L’analisi, basata sul vantaggio di mercato comparativo per il WWF, include la mappatura delle iniziative sulla plastica in corso e lo sviluppo di una panoramica completa delle organizzazioni che lavorano nello stesso ambito.
La lotta all’inquinamento
Nella seconda parte il comunicato aggiusta leggermente il tiro. Riporta infatti una dichiarazione di Marco Lambertini, direttore generale del WWF International, che parla di inquinamento da plastiche e non di plastiche in generale: “È la prima volta che abbiamo una valutazione così chiara di alcuni dei costi non contabilizzati che l’inquinamento da plastica impone alla società ed è un peso troppo alto da sopportare – sia per le persone sia per l’ambiente. Drammaticamente l’inquinamento da plastica non mostra segni di rallentamento, ma la consapevolezza che vada fermato è oggi molto più diffusa di ieri. Abbiamo bisogno di un Trattato delle Nazioni Unite sull’inquinamento della plastica che aggreghi governi, aziende e consumatori intorno a obiettivi chiari di riduzione, raccolta, riciclo, individuando alternative sostenibili per fermare la dispersione di plastica nell’ambiente entro il 2030”.
Il WWF conclude chiedendo ai governi di avviare la definizione di un Trattato globale legalmente vincolante sull’inquinamento della plastica marina e che punti a fermare la dispersione della plastica negli oceani entro il 2030.
a cura di Paolo Spinelli
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